Michael T. Flynn: chi è e perché ha dato le dimissioni

di Francesco Cirillo

Il presidente Usa Donald Trump, dopo le dimissioni di Michael T. Flynn, ha nominato ad interim il generale Joseph Keith Kellogg come consigliere alla Sicurezza nazionale, ed in queste ore si fa più forte la possibilità che il nuovo consigliere sarà con molta probabilità il generale David Petraeus, che nelle prossime ore avrà un summit con il Trump . Ma chi è esattamente Michael T. Flynn, l’ormai ex consigliere della Sicurezza Nazionale?

Michael T Flynn: i legami con l’intelligence e con il mondo della finanza.
Prima di diventare il consigliere per la Sicurezza nazionale, il generale Flynn era un ufficiale di grande talento, apprezzato tra l’élite militare statunitense. Direttore della Dia (Defence Intelligence Agency) fino al 2014 e comandante di missioni militari nei teatri di guerra dell’Iraq post-Saddam Hussein e dell’Afghanistan, dove è riuscito a smantellare diverse reti di ribelli anti-americani, con l’arrivo di Barak Obama non è stato visto di buon occhio. Nel 2014 si è dimesso da direttore Dia, ruolo a cui era stato nominato dallo stesso Obama, a causa di vedute diverse rispetto alla politica della presidenza sulla guerra al terrorismo. Infatti, durante il suo incarico di direttore della Dia, ha preso posizioni di contrasto creando non pochi attriti con i vertici militari. Laddove Obama tentava di costruire un rapporto con il mondo islamico, Flynn ribatteva con affermazioni in cui giudicava RAZIONALE (scritto in maiuscolo su un post del suo account Twitter) aver paura di quel mondo. Prepensionato a 56 anni , ha deciso di creare una sua rete di contatti fondando nello stesso anno una società di consulenza sulla sicurezza e sul rafforzamento dell’intelligence. Così ha creato la Flynn Intelligence Group, gestita dal figlio Michael G. e ideata insieme a Bijan R.Kian, importante figura della comunità iraniana statunitense nemica del regime di Teheran. Kian è stato l’uomo che ha collega il generale Flynn ai paesi del Medio Oriente, a quelli dell’Asia Centrale e alla Russia; l’uomo è membro della Nowruz commission, una delle principali organizzazioni a cui sono iscritti influenti membri lobbisti che provengono da quelle zone. Kian, inoltre è ex membro del cda della Exim Bank (Export Import Bank) e oggi dirige la Green Zone Systems, società di sicurezza informatica; è inoltre consulente della Levyx, società che opera nel settore dei Big data. La sua società ha inoltre rapporti di consulenza con governi non solo del Medio Oriente, ma anche con quello turco e contatti frequenti con il Cremlino.

I legami con gli ambienti dell’intelligence statunitense.
Flynn, prima dell’incarico a consigliere della Sicurezza nazionale da cui si è dimesso, ha voluto far espandere la sua società nel settore della sicurezza informatica. Il generale ha anche rapporti diretti con i vertici della Quaestor Federal Consulting, ex Ics, diretta da Phil Oakley, ex analista dell’intelligence militare americana a cui è stato dato in seguito un incarico all’interno della Fig.
La Qfc (Quaestor Federal Consulting) è fondamentale per Flynn, visto che l’azienda collabora con diverse società che ricevono commissioni da agenzie di intelligence statunitensi. Tra le aziende con cui la Qfc intrattiene rapporti economici vi sono la Palantir, la Signal Innovation Group (Sig, acquistata dall’azienda britannica BaeE Systems, terza 3 al mondo per la produzione e lo sviluppo di armamenti) e la Optensity. Quest’ultima è una azienda che gestisce l’elaborazione di dati e il suo consiglio è composto da ex membri dell’intelligence come Bob Gourley, ex direttore tecnico della Dia, e Fran Landolf, ex funzionario di alto livello della National Security Agency (Nsa).
Per sviluppare il settore informatico Flynn ha deciso di aprire la Fig Cyber Inc., che è stata diretta fino a luglio 2016 da Joe Kelly. Il quale ha a sua volta diretto il Cyber Space Policy Review della Casa Bianca ed è stato responsabile del coordinamento delle agenzie di intelligence dei paesi appartenenti al programma Five Eyes (Cinque Occhi): Nsa per gli Usa; Gchq (United Kingdom’s Government Communications Headquarters) per il Regno Unito; Csec (Canada’s Communications Security Establishment Canada) per il Canada; Asd (Australian Signals Directorate) per l’Australia e il Gcsb (New Zeland’s Government Communications Security Bureau) per la Nuova Zelanda.
Poi ci sono i rapporti con i funzionari della Cia. Il generale è consulente per la Patriot Defense Group (Pdg), società di sicurezza fondata dall’ex agente dell’Agenzia Todd Wilcox; oltre alla Wilcox e alla Pdg, Flynn lavora a stretto contatto con alcuni ex ufficiali del National Clandestine Service (l’autorità statunitense per il coordinamento dei servizi Humint-human intelligence, una delle quattro maggiori componenti della Central Intelligence Agency). Grazie a queste relazioni ha ricevuto notizie fresche sulle operazioni di anti-terrorismo che vengono condotte nelle aree del mondo arabo e slavo. Ecco il motivo per cui Donald Trump si è affidato all’esperienza militare e di politica estera del generale Flynn!

La Rinascita con Donald J. Trump.
Il direttore del Dni (Director of National Intelligence ) James Clapper, durante un incontro tenutosi il 7 settembre del 2016 a Washington, ha dato durante la campagna presidenziale la propria benedizione allo staff di Trump e di Hillary Clinton. Tutto grazie al generale Flynn e alla sua esperienza, mantenendo le spalle coperte a Trump per tutta la tornata elettorale (poi vinta a sorpresa da Trump).
Nell’estate del 2016 aveva spiazzato un po’ tutti per il suo sostegno al Tycoon. Flynn ha ottenuto il ruolo di consigliere per la Sicurezza all’interno dello staff elettorale di Trump durante le presidenziali ed è stato l’unico tra gli alti funzionari dell’intelligence americana ad appoggiare il candidato repubblicano. Per questa sua scelta si è attirato le critiche dei democratici che lo hanno accusato di essere islamofobo e vicino al presidente russo Vladimir Putin. Durante la campagna presidenziale ha evitato commenti sugli attacchi che riceveva badando a svolgere il compito affidatogli da Trump: mettere in discussione la credibilità di Hillary Clinton, come è stato per il caso dell’Emailgate, e proteggere il candidato repubblicano da attacchi provenienti dai servizi segreti e dai vertici delle forze armate americane.

Le dimissioni di Michael T. Flynn.
L’amministrazione Trump ha perso il primo tassello. Nella notte del 13 febbraio si è dimesso il consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn, accusato di essere compromettente per la sicurezza stessa. Secondo il dipartimento di Giustizia, il generale, prima del suo effettivo insediamento, avrebbe tenuto una conversazione con l’ambasciatore russo di stanza negli Usa Sergey I. Kislyak in cui hanno discusso della possibilità di eliminare le sanzioni alla Russia. Secondo rivelazioni del Washington Post, che si è rifatto a fonti anonime, ha reso noto che il generale dopo la conversazione si era reso potenzialmente ricattabile da parte del Cremlino. Nonostante la fiducia dei consiglieri della Casa Bianca e dello stesso vicepresidente Mike Pence, sembra che quando questi gli abbia chiesto se avesse tenuto conversazioni con l’ambasciatore di Mosca, Flynn abbia smentito categoricamente. Ma alla fine la lettera delle dimissioni è giunta sulla scrivania del presidente Trump e del vice, in cui Flynn confermava di aver tenuto, prima dell’insediamento ufficiale, diverse conversazioni telefoniche con vari ambasciatori, ministri e interlocutori stranieri per facilitare la transizione e velocizzare le relazioni con l’estero.

La lettera di Michael T. Flynn.
Nel corso del mio impegno come prossimo National Security Advisor, ho intrattenuto diverse conversazioni telefoniche con controparti estere come ministri ed ambasciatori. Queste conversazioni avevano l’intento di facilitare la transizione ed iniziare a costruire le necessarie relazioni tra il presidente, i suoi consiglieri ed i leader stranieri. Tali chiamate sono pratiche standard in una qualsiasi transizione di questa magnitudine.
Sfortunatamente, per la velocità degli eventi, ho informato in maniera scorretta il vicepresidente eletto ed altri membri della futura Amministrazione fornendo loro incomplete informazioni a riguardo delle mie conversazioni telefoniche con l’ambasciatore Russo. Ho espresso sinceramente le mie scuse al presidente ed al vicepresidente per questo motivo e loro le hanno accettate.
Durante i miei 30 anni di onorato servizio militare e durante il mese circa di servizio come National Security advisor, ho sempre fatto il mio dovere con la maggior integrità ed onesta possibile nei confronti di coloro che ho servito, incluso il presidente degli Stati Uniti. Io sto rassegnando ora le mie dimissioni, onorato di aver servito la nostra nazione ed il popolo americano in questo modo.
Io sono anche estremamente onorato di aver servito il presidente Trump, che in sole 3 settimane ha cambiato la politica estera americana in maniera fondamentale per restaurare la posizione di leadership americana nel mondo.
Nel farmi nuovamente da parte nel servire la mia nazione nella mia capacità corrente, io voglio ringraziare il presidente Trump per la sua lealtà personale, e ricordare l’amicizia di coloro con cui ho lavorato duramente nel corso della campagna elettorale, del difficile periodo di transizione e dei giorni iniziali della sua presidenza.
Io sono convinto che grazie alla forte leadership del presidente Donald J. Trump, del vicepresidente Mike Pence e del magnifico team che loro sono stati in grado di assembleare, questa Amministrazione sarà ricordata come una delle più grandi dell’intera storia americana, ed io credo fermamente che il popolo americano ne sarà riconoscente mentre lavoriamo tutti assieme per rendere l’America nuovamente grande.

Michael T. Flynn, LTG (Ret)