Migranti. Altre 25 morti in mare, affonda un gommone a largo della Libia

di Vanessa Tomassini –

Il Mediterraneo continua ad essere una trappola mortale per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa, o meglio le coste italiane. L’ennesimo naufragio è avvenuto in acque libiche, di fronte alle coste occidentali di Tripoli, come riferisce Ayub Ghasem, portavoce della Marina libica. Una trentina di corpi galleggianti sono già stati recuperati, ma il bilancio sembrerebbe destinato a crescere. Non si conosce ancora con esattezza il numero di persone che avevano acquistato il “biglietto” per il fatidico viaggio della morte. Come dichiarato dall’agenzia europea per il controllo dei confini, Frontex, negli ultimi due anni le reti di contrabbando libiche nel cercare di massimizzare i profitti hanno costretto “una media di 120-130 persone su gommoni di 10 metri, che solo un paio di anni fa non portavano più di 90 persone”. La stessa agenzia ha documentato in un recente report come le imbarcazioni sono fatte di materiali di qualità molto peggiore rispetto al passato.
I sopravvissuti di questo sono stati trasportati a Tripoli. Incidente evitabile? Forse, visto il tweet dell’organizzazione non governativa Sos Mediterranée che poche ore prima denunciava il fatto che la nave “Aquarius ha ricevuto istruzioni dal centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (MRCC) “di rimanere in standby”, mentre la Guardia costiera e la Marina libica stavano coordinando l’intercettazione di 3 gommoni in difficoltà in acque internazionali, con un aereo militare della missione europea che monitorava la situazione dall’alto.
Durante le traversate sulla rotta del Mediterraneo centrale, dagli inizi del 2017 ad oggi, hanno perso la vita o sono risultati dispersi oltre 2.800 migranti, sono stati invece 15mila i morti dall’inizio dell’emergenza nei primi mesi del 2013.