Mogherini al quartetto sulla Libia, ‘nostro obiettivo è aiutare i libici’

di Vanessa Tomassini – 

Al termine del meeting del quartetto sulla Libia che ha visto riuniti l’Unione europea, l’Unione africana, la Lega degli Stati Arabi e le Nazioni unite, andato in scena lunedì nella capitale egiziana, l’Alto Rappresentante e vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini ha affermato durante la conferenza stampa congiunta: “Dall’ultimo incontro che abbiamo avuto vediamo alcuni passi positivi sulla sicurezza, sull’economia, sulla gestione delle migrazioni, sul contenimento del fenomeno del terrorismo”. “Vediamo alcuni motivi di speranza” – ha aggiunto – “sappiamo che la situazione è molto fragile e questo è il motivo per cui credo che affrontare oggi, a sostegno del processo Onu, anche la discussione di obbiettivi concreti che possiamo raggiungere insieme per sostenere questo processo, è particolarmente importante”. La Mogherini ha poi precisato che è necessario prestare attenzione al sud della Libia “dove sosteniamo molto il lavoro dei paesi del Sahel, i vicini meridionali dei libici, per coordinare le loro azioni e controllare la frontiera e i traffici illegali che colpiscono prima di tutto le popolazioni locali”. “Siamo il principale donatore di aiuti umanitari, di aiuti allo sviluppo e abbiamo un pacchetto di oltre 200 milioni di euro per progetti da realizzare in Libia per i libici. So molto bene che a volte la percezione è che l’Unione europea sia interessata solo al tema della gestione della immigrazione, lasciatemi quindi dire – come persona che viene da un paese che è molto vicino alla Libia – che per noi la prima questione di preoccupazione è lo stato del popolo libico. È un paese ricco, ricco di risorse naturali, di cultura, in grado di vivere bene, anche con i suoi vicini”. Ha spiegato Federica Mogherini, ribadendo che l’obiettivo europeo è quello “prima di tutto di aiutare, sostenere e accompagnare i libici sotto la guida dell’Onu, nel porre fine a questa transizione nel modo appropriato”. L’Alto Rappresentante Ue ha poi avuto modo di rispondere ad alcune domande dei giornalisti.
-Alla domanda sull’unità dell’azione in Libia degli stati membri, la Mogherini ha risposto:
“Una delle frasi più ricorrenti che ho ascoltato è che sarebbe difficile unire posizioni diverse dei singoli stati membri dell’Unione europea in politica estera. La mia esperienza personale in questi tre anni e mezzo di lavoro è che, in realtà, potremmo avere molte divisioni interne, ma quando si tratta di politica estera, l’Unione europea e i suoi stati membri sono meravigliosamente uniti. E la Libia non fa eccezione. Ciò mi consente di portare qui e nel nostro lavoro quotidiano, anche con le Nazioni Uunite, una posizione unitaria dell’Unione europea, sostenuta da tutti i paesi che la compongono. Questo ha diversi pilastri: prima di tutto l’unità dietro il supporto al processo politico, ma anche il sostegno ai comuni, alle riforme del settore della sicurezza, alla gestione delle frontiere, al lavoro che facciamo con la società civile in Libia, ai progetti che siano portando avanti insieme all’Unione africana e le Nazioni unite sulla migrazione per cercare di svuotare i centri di detenzione e potrei continuare con una lunga lista di, penso, più di 40 progetti che svolgiamo insieme. Questo per dire che oggi non c’è nessuna divisione in Europa per quanto riguarda la Libia, nonostante possano esserci state alcune differenze nel passato. Questo ci permette di unire le forze con i nostri partner, sia nella Lega degli Stati arabi che dell’Unione africana, per sostenere le Nazioni unite”.
-Sui risultati del lavoro congiunto del quartetto:
“Sarebbe probabilmente troppo ottimistico immaginare che sei mesi di lavoro – anche da parte di noi quattro e delle nostre organizzazioni Ue, Onu, Au, Las insieme – possano risolvere la crisi libica dopo tanti anni di difficoltà, ma in questi ultimi sei mesi abbiamo visto progressi sul terreno. Progressi ancora fragili, progressi limitati, ma la tendenza rispetto al passato è piuttosto incoraggiante e deve essere ulteriormente supportata. Credo che ciò sia in parte dovuto al fatto che siamo riusciti a superare le possibili divisioni delle nostre organizzazioni e a coordinare diversi filoni di lavoro. Tutti noi abbiamo interlocutori importanti in Libia, abbiamo tutti esperienza e, come ho detto all’inizio, il vederci uniti toglie ai libici ogni alibi per combattere tra loro. Questa unità internazionale è fondamentale e posso farvi un esempio concreto di come la nostra cooperazione abbia portato dei risultati: da alcuni mesi l’Unione africana, in particolare attraverso la Commissione dell’Unione africana e l’Unione europea con le Nazioni unite, attraverso il lavoro di del rappresentante Salamé, ma anche l’Oim e l’Unhcr, si sono impegnati a lavorare insieme per affrontare la drammatica situazione dei cittadini africani imprigionati nei centri di detenzione in Libia: in soli due mesi siamo riusciti ad avere rimpatri volontari assistiti, vale a dire avere rimpatri volontari sicuri, di oltre 16.000 persone. Questo è qualcosa di straordinario, più di quanto è stato fatto in tutti gli anni precedenti; un risultato concreto che grazie al nostro lavoro comune, alla nostra cooperazione, siamo riusciti a raggiungere, ognuno di noi facendo la sua parte. Il lavoro che deve continuare, ma è un esempio concreto di come la nostra cooperazione può salvare vite e introdurre sul campo risultati positivi per le persone. Ovviamente si tratta di favorire questa azione, non solo in questo settore ma anche a sostegno del processo politico, ossia l’organizzazione delle elezioni. I mesi a venire richiederanno tutto il nostro sostegno e abbiamo deciso insieme di coordinare il più possibile i nostri diversi strumenti per assicurarci di supportare al meglio i libici e il lavoro delle Nazioni unite”.