Mongolia, Argentina e Unione Europea insieme nell’Alleanza per un commercio libero da tortura

di Domenico Letizia –

L’Unione europea sta per lanciare, in collaborazione con Argentina e Mongolia, l’Alleanza per un commercio libero dalla tortura. Il progetto, che verrà presentato ufficialmente il 18 Settembre alle Nazioni Unite, è stato annunciato dalla commissaria europea per il Commercio, Cecilia Malström.
L’Alleanza internazionale per un commercio libero dalla tortura è un’iniziativa dell’Argentina, dell’Unione Europea e della Mongolia che riunisce vari paesi di tutto il globo. Il suo scopo è quello di porre fine allo scambio di merci che possano essere utilizzate per applicare la pena capitale, generare tortura e violazione fisica alla dignità umana. Negli ultimi decenni sono sempre più numerosi i paesi che si sono impegnati a sradicare dai propri ordinamenti giuridici la pena capitale, la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, attraverso lo sottoscrizione e l’ufficializzazione delle convenzioni e dei protocolli delle Nazioni Unite. Un esempio importante è rappresentato proprio dalla Mongolia. Con l’entrata in vigore, il 1 luglio, del nuovo codice penale approvato dal Parlamento il 3 dicembre 2015, la Mongolia ha ufficialmente abolito la pena di morte per tutti i reati. La sezione locale di Amnesty International aveva lanciato la campagna abolizionista nel 1994, ottenendo nel 2010 la commutazione di tutte le condanne a morte e l’adozione di una moratoria sulle esecuzioni, l’ultima risaliva al 2008. Due anni dopo, il presidente Tsakhiagiin Elbegdorj commutò tutte le condanne, annunciò una moratoria sulle esecuzioni e ratificò un trattato internazionale per l’abolizione della pena capitale.
Elbegdorj ha più volte affermato, nel corso degli ultimi anni, che la pena capitale è una violazione del diritto alla vita, che le esecuzioni non hanno alcun effetto deterrente e che il rischio di errori è inevitabile in qualsiasi sistema giudiziario. Da qui la decisione di abolirla. Così da luglio 2017 la Mongolia diventa il 105mo paese ad aver abolito completamente la pena capitale. Nonostante tali modifiche giuridiche, molte nazioni continuano ad utilizzare sistematicamente la tortura e la pena di morte, attraverso prodotti che vengono commerciati e venduti sul mercato internazionale.
I divieti nazionali e le convenzioni sottoscritte sui diritti dell’Uomo hanno reso tale tipo di commercio e di esportazione più difficile nel corso degli ultimi anni, ma l’Argentina, l’Unione Europea e la Mongolia hanno deciso di rafforzare tale battaglia e di adottare ulteriori misure di prevenzione. Nonostante il diritto internazionale vieti la tortura in qualsiasi circostanza, gli strumenti utilizzati per infliggere dolore e morte sono tuttora commercializzati. Tra questi figurano manganelli chiodati, cinture a scarica elettrica e aste che tengono bloccata la vita o un arto, infliggendo shock elettrici, nonché sostanze chimiche e sistemi di iniezione automatici utilizzati per l’esecuzione di sentenze capitali. Già l’anno scorso fece scalpore la notizia della multinazionale Pfizer decisa a potenziare i controlli per impedire che i propri farmaci venissero venduti alle amministrazioni penitenziarie che ritenessero di usarli per le esecuzioni. “L’unico fine di questi prodotti è infliggere dolori atroci e uccidere esseri umani. Non possiamo permettere che siano commercializzati come fossero merci qualsiasi. È giunto il momento di intraprendere azioni concrete per dire una volta per tutte ‘basta’ a questo commercio esecrabile”, ha dichiarato la Commissaria UE per il Commercio Cecilia Malmström.
I paesi che parteciperanno all’Alleanza aderiranno ai suoi punti d’azione: adottare misure per controllare e limitare le esportazioni di queste merci; dotare le autorità doganali di strumenti adeguati. L’Alleanza istituirà una piattaforma per monitorare i flussi commerciali, scambiare informazioni e identificare i nuovi prodotti; mettere a disposizione assistenza tecnica per aiutare i paesi a redigere e attuare norme che vietino questo commercio e scambiare pratiche per la realizzazione di sistemi di controllo e applicazione efficienti.
L’Ue è impegnata nella tutela dei diritti umani e nella lotta contro la tortura e per l’abolizione della pena di morte. La sua legislazione sugli scambi di merci utilizzate per la tortura o la pena di morte ha già ottenuto successi: è anche grazie ad essa che i farmaci utilizzati per le iniezioni letali sono diventati più costosi e difficili da reperire.
In occasione del lancio dell’iniziativa i paesi aderenti firmeranno una dichiarazione politica comune. Nella giornata inaugurale è attesa l’adesione di circa 50 paesi membri delle Nazioni Unite in tutto il mondo. L’alleanza potrebbe costituire una base per ampliare la cooperazione a livello dell’Onu in questo campo. In Italia, tra le più attive organizzazioni impegnate in tale ambito ritroviamo Amnesty International, Nessuno tocchi Caino e la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo. Il sito internet dell’alleanza internazionale è già attivo.