Nato, droni ed F-35 : il punto del ministro Trenta

di Marco Pugliese –

Sul tavolo del ministro della Difesa ci sono due temi cruciali che intersecano il destino militare ed industriale dell’Italia: Nato ed aerei F-35. Trenta ha oggi spiegato che la Nato rimane, per il governo, l’organizzazione di riferimento per l’area euro-atlantica, oltre ad una deterrenza fondamentale e quindi una garanzia di sicurezza. Non vi sono strappi o visioni diverse rispetto al passato anche se Trenta ha puntualizzato che la cosa rimane in fase di “valutazione”. In pratica tutte le missioni in atto verranno valutate e in caso rimodulate, Afghanistan in primis. Non si parla di ritiro, bensì di “rimodulazione”. La realtà oggettiva però appare complessa visto che gli Usa hanno chiesto all’Italia d’impegnarsi di più in Afghanistan ed in sede Nato non vi è la disponibilità a far sconti sul budget destinato.
Il nodo con il progetto F-35 di fatto è tutto economico: anche qui il ministro sta “valutando” gli impatti del programma, dall’indotto alle ricadute industriali macro e micro. Gli uffici tecnici stileranno un dossier che “tenga conto delle esigenze capacitive delle nostre Forze Armate, dell’indotto occupazionale connesso, delle potenziali ricadute imprenditoriali e di ulteriori variabili utili allo scopo di determinare una riflessione esaustiva e profonda”. “Prima del responso degli uffici, qualsiasi valutazione politica, malgrado le nostre perplessità siano tutt’oggi persistenti, rischierebbe di apparire superficiale, approssimativa e incauta”, ha ribadito Trenta. Questo perché il programma F-35 risucchia ingenti porzioni del budget della difesa, insufficiente secondo fonti ministeriale per partecipare ad altri consorzi e fondi europei, e chi non partecipa al fondo potrà acquistare ma non costruire. Rimanere tagliati fuori dai progetti europei è rischioso ma risulta complicato anche per restare in certi parametri; Leonardo e Fincantieri infatti sono più competitive extra-Europa per questioni di carattere tecnico. La futura Difesa Europea dovrebbe allargare le maglie in fase di proposte di costruzione o rischia d’esser appannaggio solamente di Parigi e Berlino. Avanti tutta invece con il piano nazionale P.2HH di Piaggio Aerospace e Leonardo con l’europeo EuroMale 2035, joint venture con Airbus e Dassault. Ritorna in auge anche il Libro Bianco della Difesa, dal quale il ministro ha deciso d’estrapolare gli “elementi buoni”. Si profila quindi una totale riorganizzazione tramite obiettivi e strategie del comparto difesa dell’Italia.