Nato e Ue: Italia e Romania, due stati strategci

di Vito di Venosa

Da qui ai prossimi anni la Romania avrà un ruolo geostrategico di rilevante importanza. Lo Stato ospiterà a Bucarest nuovi centri per le diverse forze militari della Nato, ad un passo da Russia e Turchia. Mosca prevede che gli Stati Uniti possano utilizzare i missili installati nel Deveselu per colpire alcuni obiettivi sensibili in territorio russo.
Ultimamente la Romania ha chiesto alla Nato una presenza attiva nella regione e l’istituzione di una flotta permanente nel Mar Nero, per contrastare forza militare russa; il governo romeno, che vuole avere una posizione importante anche all’interno della NATO, utilizzerà circa 4 miliardi di dollari in armamenti e difesa.
Mutamento, innovazione e potenziamento delle forze armate sono le nuove parole d’ordine per la Romania, la quale dovrà così presto raggiungere gli standard dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.
Focus importante delle potenze resta quindi fondamentalmente il Mar Nero, dove Mosca non vuole perdere campo d’azione in funzione di un più ampio controllo anche sul Mediterraneo. Gli equilibri geopolitici sembrano però ormai cambiati e tuttavia la Nato, che il presidente Usa Donald Trump oggi descrive su Tweet: “non è più obsoleta”, si pone bene nello schema tra blocchi di influenza. Anche l’Italia, così come la Romania, vedrà rivalutata la sua importanza all’interno dell’Ue e nello spazio sud Mediterraneo. Il Tap, ultima parte del gasdotto di circa 3500 km che parte dall’Arzebaijan e arriverà nei pressi di San Foca sulla nostra penisola, ridurrà la dipendenza dal gas russo. Il progetto, che ha diviso l’opinione pubblica, qualora non vedrà alterate le sue condizioni e non vedrà sconvolgimenti nei mercati potrà (a detta dei governi europei) nel lungo termine determinare risparmi per i consumatori, rilancerà la competitività delle nostre economia e renderà l’Italia un hub energetico di rilevanza geopolitica, contribuirà il contenimento delle emissioni di CO2, favorendo la sostituzione del petrolio.
I due Stati nello scenario internazionale complessivo che si delinea potrebbero avere ben presto una valenza su scala regionale. Resterà da vedere in futuro come la Romania gestirà la sua posizione spartiacque tra due delicati fuochi come Turchia e Russia, e l’Italia se potrà presentarsi con un ruolo politico-economico diverso in Ue.