Nato. Trump bacchetta gli alleati. Stoltenberg, ‘non è scritto nella pietra che ci sarà per sempre’

Al vertice di Bruxelles il presidente Usa snocciola le cifre e se la prende con Berlino. Ma il suo atteggiamento è ambivalente.

di Enrico Oliari

Partecipando al vertice dell’Alleanza atlantica di Bruxelles il presidente Usa Donald Trump si è distinto ancora una volta in una dura reprimenda nei confronti degli alleati per quell’impegno a versare il 2 per cento del pil a cui pochi, pochissimi, oggi si attengono. La cosa era stata stabilita nel 2014 e dava agli Stati dieci anni per raggiungere tale obiettivo, periodo durante il quale mettere in piedi strategie economiche, ma solo due terzi dei 29 alleati si è dato da fare. Fatto sta che gli Usa pagano oggi all’alleanza il 3,6 per cento del pil anche per coprire le spese militari dei paesi che non lo fanno, anche se a ben vedere l’iniziativa di muovere guerre-pantano, come in Iraq e in Afghanistan, è stata presa a Washington e spesso ma non sempre scaricata poi sulle Nazioni Unite.
Il quadro generale vede la Gran Bretagna versare intorno al 2% del pil, la Grecia addirittura il 2,38%, Repubbliche baltiche e Romania il 2%, ma quando si passa agli altri “big” europei le cose cambiano, con la Germania ferma all’1,24% con la previsione di arrivare all’1,5% nel 2025, la Francia è all’1,81% e si è impegnata ad arrivare al 2% entro il 2025, l’Italia è oggi all’1,4% e si è impegnata a raggiungere il 2% del pil entro il 2024, ma il premier Giuseppe Conte ha fatto notare che il paese è già attivo con numerose missioni in diversi teatri di criticità. Male gli altri paesi, con la Spagna, il Belgio e il Lussemburgo che non raggiungono neppure l’1%.
A Trump il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha risposto che “sul fatto che tutti devono aumentare il loro contributo siamo d’accordo”, e “chi spende meno del 2% del Pil deve spendere di più, tutti gli alleati devono incrementare la loro spesa”, tuttavia sussistono divergenze di vedute importanti nonché divisioni interne all’Alleanza. Ha comunque lanciato un avvertimento a Trump: “non è scritto nella pietra che sarà lì per sempre l’alleanza tra i due lati dell’Atlantico, anche se questa è stata la pietra sulla quale è costruita la Nato. Penso che sia possibile preservarla ma serve un impegno politico. Ed è nell’interesse sia di Europa che di Usa e Canada restare insieme”.
Il bilancio complessivo della Nato è stato nel 2017 di 775 miliardi di dollari.
In realtà è lo stesso presidente Usa ad avere una posizione ambivalente, non si riesce a capire se vuole la Nato o se gli va stretta, per cui ieri sera il Senato di Washington si è voluto cautelare e con 97 voti a favore e 2 contrari ha approvato una mozione a sostegno della Nato.
Tuttavia, nel momento in cui l’alleanza fra le due sponde dell’Atlantico come la vorrebbe Trump non va di pari passo con quella commerciale per via dell’introduzione dei dazi, a fare notizia è stato l’attacco del capo della Casa Bianca alla Germania, a suo giudizio troppo legata alla Russia (e quindi, almeno militarmente, con il “nemico” storico): per Trump Berlino è colpevole di essersi legato troppo alla Russia, in quanto “da lì acquista 60% dell’energia” di cui ha bisogno, per cui oggi “La Germania è prigioniera della Russia e gli accordi energetici con la Russia sono inappropriati”. “Pagano miliardi di dollari alla Russia e noi dobbiamo difenderci contro la Russia, non è normale: la Germania è totalmente controllata dalla Russia, penso che per la Nato sia una cattiva cosa che non dovrebbe accadere”, ha detto Trump al segretario generale Stoltenberg. Nelle prossime ore Trump si vedrà comunque con la cancelliera tedesca Angela merkel, in un attesissimo faccia-a-faccia a margine del vertice.

Sono membri della Nato: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti, Grecia, Turchia, Germania, Spagna, Polonia, Rep. Ceca, Ungheria, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia.