Netanyahu ospite a Mosca, partecipa alla parata della vittoria e prova a convincere Putin sull’Iran

di Francesco Cirillo – 

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha incontrato il presidente russo, Vladimir Putin, mercoledì durante la giornata in cui si ricorda la vittoria della seconda guerra mondiale sulla Germania nazista. Insieme all’altro ospite d’onore, il presidente serbo Alexsandr Vucic, Netanyahu ha partecipato alle celebrazioni della “WWII Victory Parade” rendendo omaggio, di fronte al monumento del milite ignoto russo, ai centinaia di migliaia di ebrei che hanno combattuto e sono morti tra le file dell’Armata Rossa. “Noi in Israele non dimentichiamo neanche per un momento il grande sacrificio del popolo russo e dell’Armata Rossa nella vittoria sul mostro nazista”, ha commentato Netanyahu all’inizio dell’incontro con il capo del Cremlino. “Né dimentichiamo la grande lezione della necessità di resistere contro un’ideologia omicida”, ha continuato. “È incredibile, ma a 73 anni dall’Olocausto c’è un paese nel Medio Oriente, l’Iran, che chiede la distruzione di altri sei milioni di ebrei”. Dopo la sfilata, Netanyahu e Putin hanno posato fiori sulle pietre del Monumento della Città degli Eroi di Mosca in presenza di una guardia d’onore, mentre veniva suonato l’inno nazionale d’Israele. “Seduto accanto a me, tra di noi, c’era un veterano che era tra i liberatori di Auschwitz. Non dimenticheremo mai il significato del suo sacrificio e di quello di tutti i russi, insieme al mezzo milione di soldati ebrei dell’Armata Rossa, nell’assicurare il destino della Russia, dell’umanità e del nostro popolo, il popolo ebraico” ha dichiarato il capo dello Stato d’Israele a termine della cerimonia, prima di unirsi a Putin in un vertice privato al Cremlino. Durante l’incontro, i due hanno discusso del coordinamento militare dopo l’ennesimo attacco di martedì sera a una base siriana che ospita le milizie iraniane attribuito ad Israele, rinnovando il memorandum per la cooperazione militare russo-israeliana e l’accordo atto ad evitare incidenti nei cieli della Siria, tra le forze militari russe e quelle di Tel Aviv, le quali possono condurre operazioni militari contro postazioni in cui non siano presenti soldati ed equipaggiamenti russi.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha affermato che i missili di due giorni fa hanno preso di mira depositi e lanciarazzi che probabilmente appartenevano alla Guardia rivoluzionaria d’élite iraniana a Kisweh, uccidendo almeno 15 persone, otto delle quali iraniane. Al termine del meeting, Netanyahu ha dichiarato, in un video diffuso sui social network: “in questi colloqui ho presentato la nostra prospettiva su questioni come l’archivio nucleare segreto iraniano e, ovviamente, la tensione attuale. Ho presentato l’obbligo e il diritto di Israele di difendersi dall’aggressione iraniana, che arriva dal territorio siriano. Gli iraniani dichiarano la loro intenzione di attaccarci, stanno cercando di trasferire le forze e le armi mortali lì con l’obiettivo esplicito di attaccare lo stato di Israele come parte della loro strategia per distruggerci”. Netanyahu ha poi rivelato: “Ho detto al presidente Putin che è diritto di ogni stato, certamente è un diritto di Israele, prendere le misure necessarie per difendersi da questa aggressione. Penso che le questioni siano state presentate in modo diretto e sincero, e questo è l’importante. Tali questioni infatti sono fondamentali per la sicurezza di Israele in ogni momento, specialmente in questo”.
Per ora, sembra che il raid avvenuto questa notte non abbia provocato reazioni da parte di Mosca, che secondo i media sarebbe stata avvertita da Tel Aviv prima di dare il via al raid aereo che ha colpito basi militari dei pasdaran iraniani e delle forze Al Quds, le unità speciali di Teheran comandate dal generale Qassem Soleimani.