Nigeria. Il Boko Haram rapisce 111 studentesse, ma molte sono già state liberate

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Grazie ad una soffiata diverse decine delle 111 ragazze rapite ieri dal Boko Haram nello stato nigeriano di Yobe sono state individuate e liberate.
Lo ha reso noto Ibrahim Gaidam, portavoce del governatore dello Stato di Yobe, senza specificare il numero delle giovani liberate. Secondo diverse fonti sarebbero un’ottantina le ragazze rapite presso una scuola femminile di Dapchi messe al sicuro.
Il rapimento arriva a 4 anni da quello delle 276 studentesse sequestrate il 14 aprile 2014 a Chibok, delle quali alcune sono riuscite a fuggire, mentre altre sono state rilasciate a seguito del pagamento di un riscatto di 3 milioni di dollari e del rilascio di alcuni prigionieri.
In passato sono stati rapiti anche giovani dalle scuole maschili per farne schiavi o combattenti.
La guerra del Boko Haram è iniziata nel 2009 per la secessione degli stati nord-orientali del Borno, Adamawa e Yobe: i jihadisti si sono espressi in una guerra fatta degli eccidi di intere popolazioni di villaggi e di un’aspra guerra con l’esercito.
Il Boko Haram era fino al 2015 alleato degli al-Shabaab somali e quindi rientrava nella rete di al-Qaeda, ma poi ha aderito allo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi: lo stesso “Califfo” aveva individuato nel 2016 il nuovo leader del gruppo in Abu Musab al-Barnawi, in sostituzione di Abubhakar Shekau, il quale aveva addirittura annunciato in un video la resa del Boko Haram.
Shekau sarebbe poi rimasto ucciso in un raid dell’aviazione nigeriana presso il villaggio di Taye, nella foresta di Sambisa dello stato del Borno.
Il gruppo terroristico è comunque stato severamente ridimensionato rispetto agli anni passati grazie all’intervento militare di una coalizione che ha visto impegnate nei tre stati interessati dal Boko Haram le forze di Nigeria, Ciad, Niger, Camerun e Benin.
Nonostante questo nelle ultime settimane si è assistiti ad una recrudescenza delle violenze con attacchi a villaggi dopo il confine con Niger, Camerun e Benin, e con stragi, come quella del 17 febbraio scorso a Maiduguri, dove 3 donne kamikaze si sono fatte esplodere nell’affollatissimo mercato del pesce situato in periferia della città uccidendo 18 civili e un militare.