Nonostante tutto il Giappone continua nella caccia alle balene

di C. Alessandro Mauceri

La settimana scorsa le autorità del Giappone hanno comunicato di aver ucciso 177 balene nella stagione di caccia annuale che va dal 14 giugno al 26 settemre. Secondo l’agenzia di pesca ad uccidere le balene sono state solo tre navi

Il Giappone è un firmatario della moratoria della Commissione internazionale delle balene (IWC) sulla caccia, ma da anni cerca di nascondersi e continuare a cacciarle affermando che si tratta di uccisioni solo per ricerche scientifiche. E anche questa volta un funzionario dell’agenzia, Kohei Ito, ha spiegato che l’uccisione è stata fatta in nome della ricerca scientifica: gli studi sono “necessari per stimare il numero preciso di catture (sostenibili) mentre cerchiamo di rilanciare la caccia alle balene”. Ito ha aggiunto che ad essere state incluse nella ricerca sono state complessivamente 407 balene e 61 balene minke.
La verità è che i firmatari della Convenzione internazionale per il regolamento delle baleniere non hanno mai approvato la clausola di esenzione scientifica del trattato. A questo si aggiunge che il mercato della carne di balena, in Giappone, continua a diminuire.

Da molti anni le agenzie ambientali e le autorità internazionali hanno cercato di fermare questo massacro. Nel 2014 la Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite (ICJ) ha ordinato a Tokyo di porre fine alla caccia nelle acque antartiche, dicendo che il progetto non soddisfaceva gli standard scientifici convenzionali. Kitty Block, presidente della Human Rights Society, ha dichiarato che “Il mio cuore si affonda ogni volta che la flotta giapponese ritorna in porto con questi splendidi animali trasformati in blocchi di carne preconfezionati per i supermercati”. “Il Giappone continua a svolgere attività di caccia alle balene travestendola da scienza per cercare di confondere il pubblico globale. Ma non bisogna commettere questo errore: si tratta di uccidere balene per fini commerciali, qualcosa chiaramente vietato dal diritto internazionale”.
Alla luce della sentenzae della ICJ il Giappone aveva annullato la caccia nel periodo 2014-15. solo un anno dopo però, nel 2015, ha ripreso le attività sostenendo che la nuova pesca si basava su un campo “veramente scientifico”. L’agenzia di pesca del Giappone ha presentato un piano alla IWC per catturare 304 balene all’anno nel Pacifico nord-occidentale tra gli anni fiscali 2017 e 2028. “La Commissione internazionale delle balene non ha chiesto questa ricerca e il suo comitato scientifico ha criticato il programma di ricerca del Pacifico del Nord”, ha dichiarato Block.
Tokyo sostiene che sta cercando di dimostrare che la popolazione di balene è abbastanza grande per tornare alla caccia commerciale di quella che è considerata una fonte tradizionale di cibo. E questo, nonostante il numero di consumatori che richiedono la carne balena sia drasticamente calato.
Ogni anno la flotta autorizzata dal governo del Giappone continua ad attraversare gli oceani del mondo per uccidere le balene. Nell’aprile del 2017 ben 42 nazioni firmatarie della Commissione delle balene bianche (IWC) hanno adottato una risoluzione che chiede al Giappone di rispettare la sentenza dell’ICJ. Negli Usa un rappresentante del Congresso, Matt Gaetz, ha proposto una risoluzione per sollecitare il proprio paese a fare di più ed assumere la leadership globale della tutela e della protezione delle balene, opponendosi alla pesca commerciale delle balene e mettendo il Giappone di fronte al proprio errore.
Nonostante tutto ciò tuttavia, nel mondo continua la pesca di quello che non è pesce.