Olanda. Rutte si è scusato con l’Indonesia per le violenze dell’epoca coloniale

di Alberto Galvi

Il premier dei Paesi Bassi Mark Rutte si è scusato con il popolo indonesiano dopo che uno studio finanziato dal governo ha rilevato che l’esercito dei Paesi Bassi ha usato una violenza sistematica ed estrema nell’infruttuoso tentativo di riprendere il controllo della ex colonia olandese alla fine del secondo conflitto mondiale. Non si tratta delle prime scuse dei Paesi Bassi all’Indonesia, ma sono il primo riconoscimento che si è effettivamente svolta una campagna di deliberata violenza.
Per decenni il governo olandese ha affermato che ci sono stati solo attacchi isolati e che in generale l’esercito si è comportato correttamente. I crimini di guerra furono rivelati per la prima volta da un ex veterano olandese nel 1969, ed oggi i ricercatori hanno rilevato che le forze olandesi hanno bruciato villaggi ed eseguito detenzioni di massa, torture ed esecuzioni durante il conflitto del 1945-49, spesso con il tacito sostegno del governo.
La ricerca finanziata dal governo, intrapresa nell’arco di quattro anni e mezzo, offre una nuova prospettiva sul brutale passato coloniale del paese. La violenza dell’esercito olandese, compresi atti come la tortura che ora sarebbero considerati crimini di guerra, era frequente e diffusa. I politici responsabili hanno chiuso un occhio su questa violenza, così come le autorità militari, civili e chi doveva far rispettare le leggi.
Dopo 350 anni di sfruttamento olandese, l’Indonesia con i rivoluzionari Sukarno e Mohammad Hatta dichiarò l’indipendenza il 17 agosto 1945, due giorni dopo che la resa del Giappone aveva posto fine alla Seconda Guerra Mondiale.
Il governo dell’Aia rifiutò la dichiarazione d’indipendenza perché gli olandesi volevano mantenere la loro ex colonia e inviarono truppe per reprimere la rivolta. Tra il 17 agosto 1945 e il ritiro delle forze olandesi, avvenuto il 27 dicembre 1949, circa 100mila indonesiani morirono, rispetto ai circa 5.300 combattenti della parte olandese.
I tribunali olandesi hanno stabilito che il governo deve risarcire le vedove e i figli dei combattenti indonesiani giustiziati dalle truppe coloniali e che la prescrizione non si applica nel caso della lotta per l’indipendenza dell’Indonesia. Nel 2016 il ministro degli Esteri olandese Bert Koenders si è scusato per un massacro da parte delle truppe olandesi di 400 abitanti di un villaggio indonesiano, avvenuto nel 1947. Durante una visita in Indonesia nel marzo 2020, anche il re olandese Willem-Alexander si è scusato per la violenza inflitta all’Indonesia durante il dominio coloniale.