Onu. Gentiloni, ‘L’Italia resta un Paese di accoglienza. In Libia servono le Nazioni Unite’

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Vi sono “differenze”, seppure nel rispetto delle opinioni, fra l’intervento all’Onu del presidente Usa Donald Trump e quello del premier italiano Paolo Gentiloni. Diversità di opinioni in particolare sui temi dell’accoglienza, dell’accordo sul nucleare iraniano e del clima, per cui Gentiloni ha parlato all’assemblea della necessità di “una risposta che va data con compassione, intelligenza e visione”. Anche perché “il futuro dell’Europa è in Africa, ed è investendo lì che si affrontano anche le cause profonde delle migrazioni, a cominciare dalle disuguaglianze economiche e demografiche”. “L’Italia – ha continuato il premier – vuole restare un Paese di accoglienza, consci però del legame inscindibile fra il principio della solidarietà e quello della sicurezza. Ma per consolidare la nostra azione abbiamo necessità di una risposta globale, che parta dall’Unione Europea e interessi tutta la Comunità internazionale”.
Gentiloni ha aperto il suo intervento esprimendo le proprie condoglianze per il Messico, “Paese amico colpito da una grave catastrofe naturale. La nostra solidarietà alle famiglie delle vittime e il nostro incoraggiamento ai soccorritori”.
In materia di terrorismo il premier ha spiegato che “serve uno sforzo multidimensionale, con il ricorso a tutti i possibili strumenti di cooperazione internazionale a cominciare dal contrasto delle attività dei terroristi su Internet e sui social media”. E sulla Libia il capo di Palazzo Chigi ha voluto sottolineare che il nostro Paese “è in prima linea per la risoluzione della crisi attraverso il sostegno all’operato e al ruolo delle Nazioni Unite”. Dobbiamo “proporre, chiedere, sollecitare alle Nazioni Unite di tornare in forze in Libia. Ne abbiamo bisogno per il processo di pace, per stabilizzare il Paese e per la questione migratoria perché le condizioni dei rifugiati in Libia hanno bisogno di essere sorvegliate e migliorate sul fronte dei diritti umani. E nessuno meglio dell’Onu ci può aiutare”.
“In Libia – ha detto il premier – non ci sarà stabilità fino a quando non verranno abbracciati i valori di un vero percorso inclusivo di riconciliazione, che come Comunità Internazionale dobbiamo sostenere all’unisono”.
Per Gentiloni l’accordo sul nucleare iraniano va bene, come dimostrano anche i rapporti dell’Aiea: “Crediamo – ha detto – che la comunità internazionale debba assicurare che l’accordo rappresenti un successo nel quadro degli sforzi globali di contrasto alla proliferazione di armi di distruzione di massa”. Ed in caso da parte di Teheran esso non venga rispettato, subentrerebbero le sanzioni previste dalla Risoluzione Onu 2231.
Per la crisi della Corea del Nord “serve una risposta coesa e determinata”: “Guardiamo alla situazione nella penisola coreana con estrema preoccupazione, in quanto le ripetute violazioni delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza da parte della Corea del Nord pongono una chiara minaccia alla sicurezza regionale ed internazionale ed una sfida al regime globale di non proliferazione e al sistema delle Nazioni Unite”.