Onu. La Russia affossa la risoluzione sulla Siria, ‘prima un’inchiesta’

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Per l’ottava volta la Russia ha posto al Consiglio di Sicurezza Onu il veto su una proposta di risoluzione di condanna della Siria per l’uso di armi chimiche a Khan Shaykhun, un testo definito “inaccettabile” dal vice ambasciatore della Russia alle Nazioni Unite, Vladimir Safronkov,
Nella fattispecie la proposta sosteneva che “il Consiglio di Sicurezza condanna i casi di uso di armi chimiche in Siria, in particolare l’attacco a Khan Shaykhun” e che “nessuna delle parti in Siria deve usare, sviluppare, produrre, acquistare, stoccare o trasferire armi chimiche”.
A tal proposito l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opac) ha messo in piedi una commissione, e nel caso la risoluzione fosse stata adottata tale missione sarebbe stata autorizzata a recarsi in Siria al di là del via libera di Damasco per “riportare i risultati della sua indagine il più presto possibile”.
La Russia continua a chiedere “un’indagine approfondita” prima che sia emessa una condanna ufficiale e comunque un’analisi che riguardi tutta la provincia di Idlib, non solo l’area di Khan Shaykhun.
Safronkov, ha commentato che “Ho sentito con stupore che gli esperti francesi sono già arrivati alla conclusione che quanto accaduto sia opera di Damasco: come fanno a sapere se nessuno ha visitato la scena del crimine?”.
Per Mosca infatti i raid siriani non avrebbero sparato armi chimiche, bensì avrebbero colpito depositi della formazione qaedista di Jabat Fatah al-Sham, alleata dai ribelli.
Il 30 ottobre gli stessi qaedisti, che erano ad Aleppo con i ribelli, hanno usato armi chimiche soffocando alcuni militari siriani nel tentativo di sfondare nella parte occidentale della città: in base alla tregua raggiunta in seguito, i qaedisti ed i loro alleati ribelli si sono trasferiti con le proprie armi proprio nella provincia di Idlib.