Pakistan. Il premier Nawaz Sharif dimissionario per i Panama Papers

di C. Alessandro Mauceri –

Nawaz Sharif, a presentato le dimissioni da primo ministro del Pakistan. La Corte suprema lo aveva interdetto dai pubblici uffici a seguito di quanto era emerso durante i cosiddetti Panama Papers, le rivelazioni sui conti offshore di personaggi politici di molti paesi. “Non è più eleggibile come membro del parlamento e non può più occupare l’ufficio di primo ministro”, ha detto il giudice Ejaz Afzal Khan. Oltre Sharif; la stessa misura è stata presa nei confronti del ministro delle finanze di Islamad, Ishaq Dar.
Sebbene il suo nome non sia mai comparso in questi documenti, pare che fossero emersi quelli di molte persone a lui vicine tra cui i suoi figli (lo scandalo era all’acquisto di proprietà immobiliari nel Regno Unito).
Ciò è bastato perchè l’opposizione rivolgesse nei confronti del premier l’accusa di utilizzare il denaro frutto delle evasioni fiscali.
Il primo ministro Sharif che in un primo momento si era difeso strenuamente negando tutte le accuse, dopo il pronunciamento della Corte ha presentato le dimissioni. In una dichiarazione (riportata dalla Reuters) il suo portavoce ha però dichiarato che c’erano “riserve gravi” circa il processo giudiziario.
Intanto il Partito legale musulmano Nawaz (PML-N) di Sharif, che aveva ottenuto la maggioranza alle elezioni del 2013, ha annunciato che nominerà subito un nuovo primo ministro per conservare il governo fino alle elezioni del prossimo anno. Tra i possibili sostituti di Sharif spiccano i nomi di Asif Khawaja, attuale ministro della Difesa, Ahsan Iqbal, ministro della Pianificazione e Shahid Abbasi, ministro del petrolio.
Le dimissioni di Sharif confermano la difficoltà di gestire il paese (che, è bene ricordarlo, è in guerra da molti decenni con l’India e preoccupa non poco gli analisti finanziari nonostante gli accordi commerciali sottoscritti recentemente con la Cina). Dal 1947 anno dell’indipendenza dal colonialismo britannico, nessun primo ministro è mai riuscito a completare il proprio mandato.