Perù. Kuczynski si dimette per evitare l’ impeachment

di Elisabetta Corsi –

Con una lettera indirizzata al parlamento, il presidente del Perù, Pedro Pablo Kuczynski, ha rassegnato le dimissioni al fine di evitare di essere messo sotto impeachment da parte del Congresso.
La decisione è stata maturata a seguito del clima di ingovernabilità in cui era a rischio della seconda mozione di sfiducia, ma anche da uno scandalo in cui si trova coinvolto e per cui è in attesa di giudizio. L’ormai ex capo dello Stato avrebbe comprato una decina di voti di alcuni parlamentari dell’opposizione, scoperti tramite alcuni video diffusi da Fuerza Popolar, in cambio di servigi e posti di lavoro per evitare la mozione di sfiducia e quindi poter continuare a governare. Questo è solo l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, di un presidente che aveva già perso popolarità e che ora ha completamente perso la fiducia del popolo peruviano.
Un altro fatto per cui si trova indagato sono i suoi presunti vincoli con la società edile brasiliana Odebrecht, un maxi-scandalo ha interessato tutta l’America Latina, da cui avrebbe ottenuto milioni di dollari in tangenti ancora quando era ministro dell’Economia. Ora, non disponendo neanche più dell’immunità, potrà essere giudicato come un cittadino qualunque per le accuse di riciclaggio di denaro e corruzione. Potrebbe essere sottoposto a carcere preventivo nel caso si si evidenziasse l’intenzione di fuggire all’estero.
In dicembre inoltre Kuczynski aveva concesso la grazia all’ex presidente Alberto Fujimori, condannato nel 2009 a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità commessi nella la lotta contro i militanti di Sendero Luminoso (Partico Comunista) e del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, ed il sospetto è stato che in cambio i deputati fujimoriisti avessero votato contro la prima richiesta di impeachment nei confronti del presidente. Un fatto a cui erano seguite numerose e vivente proteste in tutto il paese.
Nonostante tutte le accuse che gli vengono mosse, Kuczynski continua a proclamarsi innocente negando gli atti che gli vengono contestati e considerandosi addirittura vittima dell’opposizione, che a suo dire avrebbe voluto screditarlo fino all’ultimo. Quindi dalle sue parole non si percepisce nessuna autocritica del suo operato.
A succedergli alla guida del governo vi sarà il vicepresidente, Martin Vizcarra. In caso di impedimento toccherà alla premier, che ha già fatto sapere di rinunciare in caso di destituzione dell’attuale capo dello Stato. La palla dovrebbe quindi passare al parlamentare fujimorista Luis Galarreta, presidente del Congresso, che dovrà convocare nuove elezioni. Queste sono solo ipotesi nel caso di impedimento del vice presidente, che sarebbe già in volo per Lima. Non è chiaro se le elezioni che verranno convocate interesseranno solo la figura presidenziale o saranno elezioni anticipate del Parlamento.
Il primo impatto a livello economico sarà sicuramente un aumento della disoccupazione proprio a causa dell’instabilità politica. Le imprese si troveranno in una situazione di incertezza e questo porterà il mercato del lavoro a paralizzarsi, dal momento che per rinnovare i contratti al personale vi è la necessità che finisca il periodo di crisi. Nel frattempo la first lady avrebbe già lasciato il paese per recarsi negli Stati Uniti.