Perù. Proteste per la grazia a Fujimori. Si sospetta un accordo per il mancato impeacment di Kuczynski

di Guido Keller

C’è tensione in Perù dove ieri e oggi migliaia di persone hanno manifestato per le strade di Lima per protestare contro la decisione del presidente Pedro Pablo Kuczynski di concedere la grazia all’ex presidente Alberto Fujimori, condannato nel 2009 a 25 anni di carcere per crimini contro l’umanità commessi nella la lotta contro i militanti di Sendero Luminoso (Partico Comunista) e del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru.
Il nome di Fujimori è associato agli squadroni della morte, caso sotto indagine presso la Corte interamericana per i Diritti umani, i quali compirono diversi massacri in Perù, ma l’ex presidente è stato ritenuto responsabile in quanto a capo della repressione dell’omicidio di 27 persone (15 per il massacro di Barrios Altos, 10 per quello dell’università La Cantuta, del sequestro, della tortura e dell’uccisione dell’imprenditore Samuel Dyer e del giornalista Gustavo Gorritti. La condanna di Fujimori riguarda anche la decisione di sterilizzare 300mila donne indigene attraverso la “Contraccezione chirurgica volontaria”.
Oltre a questo nel 2010 la Corte suprema lo ha condannato ad altri 7 anni e sei mesi di reclusione per aver dato fondi pubblici pari a 15 milioni di dollari all’ex capo dei servizi segreti, Vladimiro Montesinos, per la paura che il suo braccio destro progettasse un colpo di Stato contro di lui.
Fuggito in un primo momento in Giappone, dove non era stato estradato in quanto cittadino per jus sanguinis, nel 2005 era arrivato a Santiago, in Cile, con un aereo privato, ma subito venne arrestato ed estradato in ottemperanza al mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpool.
Incarcerato, il 79enne Fujimori è stato di recente ricoverato in una clinica, e Kuczynski gli ha concesso la grazia per lo stato di salute precario.
La polizia è ricorsa ai lacrimogeni e ai proiettili di gomma per tenere lontano i manifestanti dalla clinica, i quali hanno continuato ad urlare “No alla grazia” e “Fuori, fuori Ppk!” (Pedro Pablo Kuczynski). Questi ha riconosciuto la disapprovazione dei manifestanti, ma ha spiegato che non poteva “permettere a Fujimori di morire in prigione”.
Il sospetto è tuttavia che la concessione della grazia sia dovuta ad un accordo di sottobanco che ha visto solo pochi giorni fa i parlamentari peruviani (e quindi anche quelli che sostengono Fujimori) respingere la richiesta di impeachment presentata contro il presidente Pedro Pablo Kuczynski, accusato di finanziamenti illeciti ad opera della Odebrecht, la multinazionale brasiliana attiva nei settori delle costruzioni e dell’ingegneria civile che a causa delle tangenti si è trasformata in un buco nero che sta risucchiando presidenti e intere classi dirigenti dell’America Latina. Nella fattispecie la magistratura brasiliana aveva prodotto incartamenti, richiesti dai parlamentari dell’opposizione, che provavano il versamento di una tangente di 782mila dollari dal 2004 al 2007 da parte della Odebrecht alla Westfield Capital, società di consulenza finanziaria di Kuczynski, allora funzionario governativo. Kuczynski ha respinto tale ricostruzione, ma i sospetti restano vivi nell’opinione pubblica peruviana.
Dal letto di ospedale Fujimori ha diffuso un video in cui ha affermato che “Sono consapevole che i risultati sotto il mio governo sono stati, in parte, ben accolti, ma riconosco che ho anche deluso una parte dei miei connazionali. Chiedo loro perdono dal profondo del cuore”.