Polonia. Orban vede Szydlo e accusa l’Ue di intromissione negli affari interni

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Il premier ungherese Viktor Orban si è visto con l’omologa polacca Beata Szydlo, fedelissima del nazionalconservatore Jaroslaw Kaczynski.
Al termine dell’incontro Orban ha espresso accuse nei confronti dell’Ue per quella che lui ritiene una di mancanza di rispetto nei confronti di Varsavia: “Le critiche dello stato di diritto in Polonia non hanno ragione e le minacce contro Varsavia da parte dell’Unione Europea sembrano pratiche simili all’inquisizione”, ha detto il premier ungherese riferendosi ai difficili rapporti tra Polonia e Ue in particolare per il tema della Giustizia e quello della ripartizione migranti.
Nei confronti della Polonia è stata infatti introdotta una procedura di infrazione per controversa riforma della Giustizia che prevede tra l’altro la scelta dei giudici della Corte suprema da parte del Parlamento (e quindi della maggioranza al potere), una forte influenza del ministro della Giustizia (e quindi del governo) sulla Corte suprema e la nomina dei presidenti dei tribunali ordinari da parte del ministro della Giustizia.
L’altro tema vede la Polonia, insieme agli altri paesi Visegrad, ai ferri corti con Bruxelles per la ripartizione delle quote migranti, ed anche qui si è in zona di infrazione.
Orban in Polonia ha affermato senza mezzi termini che “il cristianesimo sta perdendo il suo ruolo” nei Paesi che accolgono migranti: il premier ungherese ha detto di ritenere che vi siano due blocchi in Europa, da una parte “quelli che scommettono tutto sull’immigrazione”, grosso modo gli ex coloniali, dall’altra “quelli che non vogliono diventare Paesi di immigrazione e vogliono risolvere i loro problemi demografici attraverso politiche per la famiglia e con stimoli economici”.
Sostenendo che “Non vogliamo una popolazione mista, come invece avviene nei Paesi più ad ovest di noi, dove come risultato di questa commistione l’elemento cristiano sta perdendo il suo ruolo”, Orban ha detto di “non credere che il futuro dell’Ue dipenda dalla possibilità di comunicazione tra questi due gruppi. Invece di dare prova di mutuo rispetto, i Paesi meta di immigrazione vogliono forzarci a diventare come loro”.
Un’Europa dove si tratta solo di prendere e non di dare, insomma, basti vedere che l’Ungheria euroscettica dell’euroscettico Viktor Orban nel periodo 2014-2020 riceverà dall’Unione Europea complessivamente 34,3 miliardi di euro, mentre la Polonia nel 2015 ha ricevuto dall’Ue 13,3 miliardi di euro, mandandone a Bruxelles 3,7 miliardi.
A fronte dei 181.433 sbarchi in Italia del 2016, la Slovacchia ha accolto 16 richiedenti asilo sui 902 stabiliti dal piano dei ricollocamenti, l’Ungheria zero dei 1.294 previsti, la Polonia zero dei 6.182 spettanti e la Cechia 12 di 2.691, tutti provenienti dalla Grecia.