Putin salva Trump, ‘non espelleremo i diplomatici Usa. Ad Obama auguro un felice anno’

di Enrico Oliari –

Sarà il presidente russo Vladimir Putin a togliere, almeno in parte, le castagne dal fuoco a Donald Trump, dopo che il collega statunitense Barak Obama ha deciso l’espulsione di 35 fra militari e diplomatici a seguito del rapporto della Cia sul presunto hackeraggio da parte della Russia in occasione della campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca.
La mossa di Obama è stata da manuale, ed ha inchiodato Trump con le spalle al muro: il tycoon si è infatti sempre detto pronto a riallacciare i rapporti con la Russia, ma improvvisamente si è trovato davanti all’impossibilità di revocare le sanzioni inflitte da Obama per un caso, l’”email-gate”, che è molto sentito dall’opinione pubblica statunitense e dalla sua maggioranza repubblicana. Tutto ruota attorno alle prove che la Cia produrrà al Congresso, ma difficilmente Trump potrà sconfessarle o fingere con la sua caratteristica irruenza che non sia successo nulla.
Il colpo di scena è arrivato ieri sera, quando si davano ormai certe le contromisure del Cremlino in pieno stile da Guerra fredda: Vladimir Putin ha fatto sapere che da parte di Mosca non vi saranno espulsioni, per quanto rimanga in piedi il “diritto di rappresaglia”. Ha poi detto che “Non creeremo problemi ai diplomatici statunitensi, ne’ vieteremo alle loro famiglie o ai bambini di fare le vacanze dove sono soliti farle. Ho invitato personalmente tutti i figli dei diplomatici Usa accreditati in Russia per la celebrazione di Capodanno e Natale al Cremlino”. E con un filo di cortese sarcasmo ha aggiunto che “È un peccato che l’amministrazione del presidente Obama concluda il suo lavoro in questo modo, ma, tuttavia, a lui e alla sua famiglia auguro un felice anno nuovo”.
Un felice anno che inizierà con la fine del suo mandato ovvero con l’entrata alla Casa Bianca di Trump, ed è questo che Putin sta aspettando.
Putin ha, insomma, spiazzato tutti. Compreso Trump, per il quale vi è stata una “Grande mossa di Vladimir Putin. Ho sempre saputo che era molto intelligente”.
Intanto stanno per terminare le 72 ore concesse ai 35 diplomatici e miliari di lasciare con le loro famiglie il territorio Usa, ed a Mosca li aspetta un ricevimento al Cremlino.
Le sanzioni interessano anche i servizi segreti russi, l’Fsb e il Gru (militari); di questo non potranno mettere piede negli Usa il capo, Igor Korobov, ed i suoi tre vice, Igor Kostyukov, Sergei Gizunov e Vladimir Aleksev, i quali avrebbero ordinato gli attacchi informatici.
La Cia è d’altro canto certa che sono stati i russi a fornire a Wikileaks migliaia di email hackerate ai danni del partito democratico e di altre organizzazioni, compreso il numero uno della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta.
Decine di migliaia di email che avevano tra l’altro portato alla luce un’operazione del comitato centrale del Partito Democratico, che sarebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio di Hillary Clinton.