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Ammonta ad almeno 5 morti, 33 feriti e 65 arrestati il bilancio degli scontri seguiti alle proteste antigovernative che si sono tenute nella capitale Kinshasa, a Kisangani e a Bukavu per chiedere le dimissioni del presidente Joseph Kabila.
Come era avvenuto ai primi del mese, le manifestazioni delle opposizioni e della Chiesa hanno avuto lo scopo di denunciare l’incostituzionalità della permanenza al potere di Kabila, il cui mandato è scaduto da oltre un anno.
Polizia e militari hanno usato manganelli, proiettili di gomma e lacrimogeni contro i manifestanti, ed in più punti si sono schierati i Caschi blu dell’Onu per vigilare sulle violenze.
E’ stata ancora una volta la Chiesa a portare in piazza il maggior numero di manifestanti, ma il 1 gennaio si era arrivati a 7 morti e 120 arrestati per le proteste, con i militari che erano entrati nelle chiese durante le funzioni per disperdere la folla.
In base agli accordi raggiunti con la mediazione dei vescovi, Kabila avrebbe dovuto indire nuove elezioni, le quali potrebbero ora slittare nella seconda metà dell’anno.
