Relazione intelligence 2016. Terrorismo: Pansa, ‘Italia in prima linea’. Gentiloni, ‘non ci chiudiamo, accettiamo la sfida’

di Enrico Oliari

ROMA. Il prefetto Alessandro Pansa e il premier Paolo Gentiloni hanno presentato oggi a Palazzo Chigi la relazione 2016 sui servizi di informazione.
Pansa, che è capo della polizia e dallo scorso anno direttore generale del dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ha spiegato che “nel 2016 siamo stati chiamati a convivere e a confrontarci con la realtà di grandi problematiche”, poiché “l’Italia è in prima linea anche per la collocazione geografica di un Mediterraneo allargato. Viene ad essere quindi rilevante il lavoro delle intelligence con il supporto del governo davanti a sfide come quelle energetiche e umanitarie, per cui sono stati fornite informazioni sempre più sofisticate per tutelare la sicurezza, anche quella cibernetica”.
Riferendosi al dramma dei migranti il prefetto ha sottolineato che “non esistono prove che i jihadisti vogliano servirsi delle rotte dei profughi per introdurre terroristi nel nostro territorio, ma è certo che la guardia resta alta. Altresì è vero che il terrorismo trae guadagno dalle rotte dei migranti per i propri finanziamenti, ed è stato possibile tracciare tali attività”.
Pansa ha infine concluso affermando che “lo scorso anno abbiamo fatto accrescere negli imprenditori la consapevolezza del rischio dello spionaggio industriale, che noi stiamo cercando di contrastare”.
Il premier Gentiloni ha detto che “la relazione 2016 indica l’ottimo lavoro svolto dai servizi di informazione per la capacità dimostrata nel conoscere per quanto possibile le fide della sicurezza e le minacce”.
“Nel 2017 – ha continuato Gentiloni – vi sarà con tutta probabilità la sconfitta del Daesh (Isis) inteso come entità territoriale, ma non sarà conclusa la minaccia terroristica. Per cui noi non dobbiamo abbassare la guardia, e l’Italia per la sua collocazione geografica ha potenzialità ma subisce anche rischi”.
Il premier ha spiegato poi che ” il nostro paese ha assunto un ruolo di responsabilità importante in Libia, che riesce a svolgere anche grazie al lavoro delle intelligence”. “Io considero importanti – ha continuato – gli accordi con il premier libico Fayez al-Serraj, come ad esempio l’assunzione da parte libica della responsabilità sul blocco delle vie migratorie, e ciò indica che esiste un terreno su cui si può lavorare”.
“Noi abbiamo responsabilità – ha continuato – sulla difesa dei nostri asset strategici, dobbiamo difendere i nostri interessi e la nostra sovranità, senza concessioni a dinamiche nazionaliste del secolo scorso: siamo europei. Siamo in un mondo in cui si moltiplicano le minacce asimmetriche, cioè il terrorismo è gli attacchi cibernetici: a ciò non si risponde chiudendosi, ma accettando le sfide per non rinunciare alle nostre libertà”.
“I cittadini italiani – ha concluso il premier – possono essere certi, non che non ci siano minacce, ma che la qualità del lavoro delle nostre intelligence è molto alta”.