Report di Save the Children stima in 155 milioni i bambini in stato di malnutrizione

di C. Alessandro Mauceri – 

Ogni giorno 8.000 bambini di età inferiore ai 5 anni muoiono per la fame: è questo il dato che emerge dall’ultimo rapporto di Save The Children dal titolo “Una fame da morire. Vecchie e nuove sfide nel contrasto alla malnutrizione” e che non usa mezzi termini: “La malnutrizione rappresenta la concausa di circa il 45% delle morti infantili a livello globale. Tre milioni di bambini, poco più che neonati, muoiono ogni anno per mancanza di cibo”.
Nel mondo un minore su quattro prima di compiere i 5 anni o soffre di malnutrizione cronica; di loro più della metà si trova in Asia e il 30% in Africa. Per 52 milioni di bambini (1 su 12) la situazione è ancora più grave: per loro si parla di malnutrizione acuta.
A febbraio Save the Children ha visitato quasi 4.400 minori in tutta l’Africa: il 38% sono stati trovati in condizioni gravi, addirittura al di sotto degli standard comuni nei paesi africani più disagiati. Nell’Africa subsahariana quasi metà della popolazione che vive nelle zone rurali non ha accesso continuo a fonti d’acqua potabile e solo una persona su cinque dispone di servizi igienici adeguati: “Avevamo cento capre prima della siccità e ce ne sono rimaste solo quattro, era già capitato che perdessimo animali per le condizioni meteo avverse ma mai come quest’anno” ha detto la mamma di uno di questi bambini in Kenya: “in tempi normali, quando arriva la stagione delle piogge, ci sono tante piante per gli animali. Vuol dire che le capre producono latte e noi possiamo berlo”. Tra i paesi che riportano i tassi peggiori di malnutrizione figurano l’Eritrea, dove sono colpiti il 50% dei minori sotto i 5 anni di età e l’India, dove il livello tocca quasi il 48%.
A fronte di questa situazione, nei paesi sviluppati si assiste invece ad una presenza di cibo eccessiva, considerando che nella sola Italia ogni anno si buttano 5,5 milioni di tonnellate di generi alimentari.
Guillaume Garot, deputato francese ed ex ministro dell’Agricoltura, ha infatti definito “uno scandalo il veder versare della candeggina nei bidoni della spazzatura dei supermercati, per distruggere derrate alimentari non più in vendita, ma ancora commestibili”.
È vero che il numero di minori in stato di malnutrizione si è notevolmente ridotto, come ha confermato il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, che ha spiegato: “Dal 1990 ad oggi sono stati compiuti importanti passi in avanti per alleviare il fardello della mancanza di cibo, riducendo da 254 a 155 milioni il numero di bambini colpiti da malnutrizione cronica”. È altrettanto vero, però, che si sarebbe potuto fare molto di più: “Nonostante ciò, il mondo è infatti ancora ben lontano dal raggiungere obiettivi quali la riduzione del 40% dei casi di malnutrizione cronica entro il 2025 e la loro totale eliminazione entro il 2030”.
Anche oggi, nelle foto del rapporto di Save the Children, si vedono bambini con braccia e gambe sottili, la pelle cadente, dei quali la malnutrizione ha bloccato la crescita. Non hanno la forza di camminare né di andare a scuola e non pensano nemmeno al loro domani: “molti di loro vivono negli slum, le periferie disagiate e sottosviluppate delle grandi megalopoli, tra una discarica e un grattacielo di una grande compagnia finanziaria o nei villaggi più remoti dell’Africa”.