Russia. Navalny accusa l’oligarca Deripaska di essere l’anello mancante del Russiagate

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Nel caso del Russiagate ci si butta anche il noto oppositore russo Alexei Navalny, appena escluso dalla competizione elettorale per le presidenziali a causa di una passata condanna per furto di legame, risalente al 2013. Per Navalny l’anello di contatto fra l’allora capo della campagna di Trump, Paul Manafort, e il Cremlino era il magnate dell’alluminio Oleg Deripaska, ma va detto che a confortare tale tesi non vi sono prove schiaccianti, solo teorie della Fondazione anti-corruzione presieduta dallo stesso blogger.
Stando a quanto afferma Navalny, “Informazioni per Putin, per il Cremlino e per i servizi segreti” arrivavano al vicepremier Sergei Prikhodko dall’oligarca dell’alluminio Oleg Deripaska, il quale aveva stretti legami con Paul Manafort, al quale il magnate russo aveva prestato denaro.
Navalny ha parlato poi di una mini-crociera di lusso sullo yacht di Deripaska dell’agosto 2016 alla quale partecipavano Prikhodko ed altri, e soprattutto una escort, tal Nastya Rybka, la quale prima ha scritto un libro dal tutolo “Diario. Come sedurre un miliardario” sull’esperienza a bordo cambiando i nomi degli ospiti, ed oggi si è messa a diffondere sui social fatti e misfatti con tanto di video e di accuse di violenza di gruppo. In un video la diplomatica Usa Victoria Nuland viene definita “amichetta” di Prikhodko.
Navalny ha poi tirato fuori una lussuosa villa fuori Mosca da 5,2 milioni di dollari e due appartamenti da 8,7 milioni di dollari di proprietà di Prikhodko, proprietà che il vicepremier avrebbe messo insiemein questi anni con il denaro ricevuto da Deripaska.
Prikhodko ha risposto alle accuse di Navalny commentando che “è uno sfigato”, mentre Deripaska ha respinto quanto ha affermato dall’oppositore parlando di conclusioni “scandalose e false”. Tuttavia la cosa ha aperto uno scandalo che sembra destinato a gonfiarsi, e che potrebbe tornare utile a Putin dopo le elezioni del 18 marzo per formare un governo con nuove leve.