Russia. Tre anni fa l’annessione della Crimea. Peskov, ‘non la cediamo in cambio di nessun accordo’

di Francesco Cirillo –

Intervenendo sulla crisi della Crimea, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto oggi che la Russia non accetterà mai la consegna della penisola annessa il 16 marzo 2014 in cambio dell’abolizione delle sanzioni, neppure se si trattasse di un accordo diretto con gli Stati Uniti: “No, non si può. Questo è fuori dal tavolo”, ha sottolineato Peskov rispondendo ad una domanda specifica.
L’annessione della penisola della Crimea è stata di importanza strategica per Mosca, che in seguito ha schierato vi ha schierato letali e moderni sistemi missilistici, come il Bastion-P (anti-nave), gli S-300 e gli S-400 (antiaerei). Questo ha indotto molti ex ufficiali Nato ad ammettere che la Russia è riuscita nel Mar Nero a sviluppare capacità solide A2/Ad da poter coprire l’intero settore. Rapporti della Nato avevano inoltre rilevato che il Cremlino aveva posizionato sistemi di missili balistici a corto raggio Iskander, ma la cosa era stata poi smentita dalla Russia. La Nato e la Russia stanno giocando una partita a scacchi sul dispiegamento dei missili balistici e antimissile tra il Baltico e il Mar Nero.
Mosca ha rafforzato la componente aerea, schierando caccia multiruolo Sukhoj Su-27 e gli intercettori Su-30sm ai quali sono stati affiancati gli Su-24d Fencer. Gli aerei russi hanno impedito voli di ricognizione statunitensi sulla penisola e in altri casi hanno disturbato le attività navali della Nato nel Mar Nero. Le cancelliere occidentali sono preoccupate dello schieramento nella penisola della Crimea dei bombardieri strategici Tu-22m3 Backfire, i quali oltre alla possibilità di essere armati con ordigni nucleari, possono venire armati con missili antinave Cruise ed estendere il raggio d’azione dei russi fin dentro il Mediterraneo. Gli aerei nel marzo del 2015 sono apparsi nel Mar Nero durante un’esercitazione a sorpresa. Mosca ha sempre tenuto un atteggiamento ambiguo su un loro posizionamento definitivo nelle basi russe in Crimea.
Il riavvicinamento della Turchia alla Russia ha allentato il pericolo di uno scontro navale tra la Marina turca, l’unica in grado di confrontarsi nella regione ad armi pari con quella russa; d’altronde le perplessità dell’occidente per il golpe fallito, le purghe di Erdogan e la scelta di avere con l’Europa un atteggiamento rigido sta rischiando di portare Ankara nella sfera d’influenza del Cremlino; altro dato significativo è la forte interdipendenza energetica tra Mosca e Ankara, cosa che ha contribuito a riconciliare i due paesi e che potrebbe privare l’Alleanza Atlantica del suo unico contrappeso da opporre al bastione del Cremlino nel Mar Nero.
In Crimea è presente da sempre il quartier generale della Flotta del Mar Nero, con base a Sebastopoli. La Marina russa ha la gestione della Crimea, insieme al Mar Nero e il Mediterraneo orientale attraverso la Flotta del Mar Nero di cui l’incrociatore lanciamissili Moskva, della classe Slava, è l’ammiraglia.
Il ministro della Difesa Sergei Shoigu, all’indomani dell’annessione della Crimea, aveva annunciato un ambizioso piano di riarmo navale. Secondo le stime di Mosca entro il 2020 il nerbo della Flotta sarà costituito da unità piccole per il controllo delle coste, ma in grado di avere una potenza di fuoco impressionante grazie all’impiego di potenti missili crociera anti-nave e per l’attacco al suolo a lunga gittata di Kalibr. Sono stati messi in mostra nel Mediterraneo orientale, utilizzati per colpire obiettivi militari dell’Isis in Siria.