Sahara: il vertice dell’UA indica il ruolo dell’Onu e valorizza le istanze del Marocco

di Belkassem Yassine

Il presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), Moussa Faki Mahamat, ha presentato il 1 luglio ai capi di Stato e di governo riuniti in Nouakchott il suo rapporto realizzato secondo la decisione 653 adottata dal vertice del luglio 2017 sulla questione del Sahara.
Il rapporto di Moussa Faki Mahamat, stabilisce chiaramente il primato del processo dell’ONU, sottolineando nel paragrafo 20 C circa “la necessità per l’UA d’iscrivere il processo nel quadro di un appoggio convinto agli sforzi delle Nazioni Unite per arrivare alla soluzione” della questione Sahara. In altri termini non si tratterebbe per l’UA di sviluppare un processo parallelo a quello dell’ONU.
Così il presidente della Commissione UA raccomanda al vertice che “il ruolo dell’UA dovrebbe puntare ad accompagnare e sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite, di cui il Consiglio di Sicurezza rimane l’unico competente della questione. D’altra parte l’inviato personale del segretario generale dell’ONU conduce già oggi consultazioni intense con le parti (Marocco, Algeria, Mauritania e Polisario) che hanno espresso il loro impegno di cooperare con lui.
Inoltre raccomanda ai capi di Stato e di governo africani “un meccanismo africano in grado di permettere all’UA di portare un appoggio efficace al processo condotto dalle Nazioni Unite, basato sulle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”. Queste risoluzioni hanno chiesto di maniera costante alle parti di riprendere i negoziati sotto gli auspici del segretario generale al fine di arrivare ad una soluzione politica giusta, duratura e reciprocamente accettabile nel contesto di adeguamenti conformi agli scopi e ai principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite”.
Questa nuova dinamica giudicata “costruttiva” chiude le porte agli approcci distorti che gli avversari del Regno marocchino spingevano nell’ambito dell’UA, approfittando dell’assenza del Marocco nel passato.
Gli altri organi dell’UA che erano strumentalizzati dagli avversari del Marocco, come il Consiglio di Pace e Sicurezza, si trovano oggi privati della possibilità di intervenire attivamente sulla questione. La raccomandazione 21 D sottolinea che per garantire la coerenza necessaria, la questione di Sahara sarebbe evocata solo in questo quadro ed a questo livello.
Il rapporto riflette esattamente la posizione marocchina, il paragrafo 12 recita che “Le autorità marocchine hanno ribadito il ruolo centrale delle Nazioni Unite nella condotta del processo di negoziato. Hanno messo in guardia contro i rischi di un processo parallelo, ritenendo che riconoscendo il pseudonimo Rasd (Repubblica Democratica Sharawi), l’UA è stata autoesclusa dagli sforzi di ricerca di una soluzione. Secondo il Marocco, l’Unione con questo fatto ha troncato il dibattito sullo statuto del territorio che le Nazioni Unite si occupano di determinare. È precisato nel rapporto che le autorità marocchine hanno garantito il loro appoggio agli sforzi del nuovo inviato del segretario generale dell’ONU ed il loro attaccamento al processo di negoziato sotto gli auspici delle Nazioni Unite e che ogni regolamento del conflitto richiede l’implicazione effettiva dell’Algeria.
Il paragrafo 17 insiste sul ruolo determinante che le autorità algerine e mauritane possono svolgere nella ricerca di una soluzione. Il presidente della Commissione dell’Ua ha esortato questi due paesi a sostenere attivamente gli sforzi impiegati per il rilancio del processo di negoziato, aggiungendo che il conflitto è durato troppo e che la situazione attuale ostacola gli sforzi d’integrazione nel quadro dell’Unione del Magreb Arabo (UMA) e di coloro che mirano a promuovere più efficacemente la sicurezza regionale.
Il meccanismo di controllo richiesto nel paragrafo 21 C è stato predisposto dalla Conferenza sotto forma di troika composta dai presidenti uscente, quello attuale ed in corso con il presidente della Commissione dell’UA. Questo meccanismo presenta il vantaggio dei principi della continuità nel contesto dell’UA e in quello dell’equilibrio circa le risoluzioni del Consiglio di sicurezza.
In attesa della definizione precisa del meccanismo africano di sostegno agli sforzi dell’ONU sulla questione di Sahara Marocchino, il rapporto ne ha descritto il suo mandato. Si tratta “di costruire un appoggio efficace al processo condotto dalle Nazioni Unite”, sulla base “di risoluzioni pertinenti del Consiglio di sicurezza, in particolare interagendo con l’ONU ed incoraggiando le parti a dare prova di flessibilità e di spirito di compromesso.
È proprio in questo spirito che Moussa Faki Mahamat in occasione di suoi colloqui con le autorità algerine, ha insistito sul loro “ruolo cruciale” e ha “esortato” Algeri a sostenere attivamente gli sforzi fatti per il rilancio del processo di negoziato” condotto dalle Nazioni Unite. Moussa Faki ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo dell’Algeria ed ha raccomandato ai capi di Stato e di governo dell’Unione “di lanciare un appello a tutti gli Stati membri dell’UA, in particolare ai paesi vicini, di contribuire al successo del processo africano” proposto.
Se il Marocco è aperto ad un meccanismo africano cono lo scopo di sostenere gli sforzi dell’ONU, l’UA ha messo fine alle manovre alle quali gli avversari del Regno si dedicavano in mancanza di una voce marocchina. È una nuova e positiva dimostrazione della strategia lungimirante di re Mohammed VI, che ha voluto il ritorno del Regno nell’Unione Africana.
L’UA ha preso atto della posizione ferma del Regno quanto alla marocchinità di Sahara, e quanto alla pertinenza della proposta d’autonomia del Sahara proposta dal Regno, e qualificata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU come “seria e credibile”.