Sahel. Militari francesi uccidono o catturano 60 jihadisti

il Velino

Circa sessanta jihadisti sono stati uccisi o catturati nello spazio di un mese dalle forze armate francesi dispiegate nel Sahel nel quadro dell’operazione Barkhane. Lo ha annunciato oggi lo Stato maggiore francese, che ha precisato come la neutralizzazione di questi jihadisti sia avvenuta durante le operazioni condotte nella cosiddetta “zona dei tre confini”, cioè quelli fra Mali, Niger e Burkina Faso. Nello specifico, nel corso di un incontro con la stampa presso il ministero francese delle forze armate, il colonnello Patrik Steiger ha precisato che “dal 15 febbraio, una sessantina di terroristi sono stati messi fuori combattimento” (uccisi o catturati) e che “sono stati distrutti o sequestrati pick-up, motocicli e materiali necessari alla fabbricazione di ordigni esplosivi artigianali”. Steiger si riferisce a operazioni effettuate in tempi diversi, congiuntamente con le forze dei Paesi della regione, che hanno permesso di volta in volta di mettere fuori combattimento un certo numero di terroristi, fra i quali anche elementi “probabilmente” appartenenti al gruppo jihadista dello Stato islamico del Grande Sahara.
Alla fine di febbraio scorso, il ministro della Difesa francese Florence Parly aveva annunciato che quasi 450 jihadisti erano stati “neutralizzati” dall’inizio dell’operazione antiterrorismo francese Barkhane nell’agosto 2014 nel Sahel. Nei 12 mesi precedenti, – aveva aggiunto – erano stati uccisi 120 jihadisti, mentre altri 150 erano stati consegnati vivi alle autorità del Mali. L’operazione Barkhane ha mobilitato circa quattromila soldati francesi in cinque Paesi della striscia sahelo-sahariana per contrastare i gruppi jihadisti a fianco degli eserciti dei Paesi del G5 del Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad). Una dozzina di soldati francesi risulta essere rimasta uccisa dall’inizio dell’operazione.