Sanzioni alla Russia, lo “yes sir” di Di Maio a Stoltenberg

di Enrico Oliari –

Ci saranno (forse) tante idee rivoluzionarie alla base del governo giallo-verde di Giuseppe Conte, ma alla fine i conti bisogna farli con la realtà, per cui i sogni e le dialettiche travolgenti si devono rapportare con gli equilibri precostituiti e i dogmi insormontabili.
Così in poche ore si è concluso con uno “yes sir” il richiamo all’ordine del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, dopo che il premier aveva ribadito lealtà e fiducia “all’Alleanza Atlantica”, ma anche l’intenzione di Lega e M5S e quindi del governo stesso di essere “promotori” del dialogo con la Russia e soprattutto “di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”.
Quello di levare le sanzioni alla Russia, introdotte dopo l’annessione della Crimea nel 2014, è sempre stato uno dei chiodi fissi in particolare del leader leghista ed oggi ministro dell’Interno Matteo Salvini ma anche del collega di percorso Luigi Di Maio (5 Stelle), e solo pochi giorni fa il potente finanziere statunitense George Soros l’ha pure buttata lì, “Sono molto preoccupato per l’influenza della Russia sull’Europa in generale e sul nuovo governo italiano: non so se Salvini è stato finanziato da Mosca, ma l’opinione pubblica avrebbe il diritto di sapere, dal momento che Putin cerca di dominare l’Europa”. Chiamato in causa Salvini ha risposto che “Non ho mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia, ritengo Putin uno degli uomini di Stato migliori e mi vergogno del fatto che in Italia venga invitato a parlare uno speculatore senza scrupoli come Soros”.
Al di là della polemica tra i due c’è da dire che Salvini ha sempre detto di voler eliminare le sanzioni alla Russia, chisssenefrega se l’Ucraina ha perso un pezzo di territorio attraverso un dubbio referendum (se fosse stato il Veneto?), ma sul caso scoppiato ieri in parlamento con tanto di richiamo del segretario della Nato il leader leghista ha tenuto un profilo basso lasciando che ad esporsi fosse il più ingenuo collega Di Maio.
Stoltenberg ieri è stato chiaro, ha ribadito che “La Russia deve cambiare comportamento prima che le sanzioni vengano rimosse” e, annunciando la piena disponibilità ad incontrare presto il premier italiano Giuseppe Conte anche perché “l’Italia è un alleato importante per la Nato”, ha precisato che “Accolgo con favore l’apertura del dialogo dell’Italia con la Russia (…) cioè in linea con il doppio approccio della Nato, forte difesa e deterrenza combinate con il dialogo politico”. Tuttavia le sanzioni restano.
E così oggi a Di Maio non è restato altro da fare che incassare e cercare di salvare la faccia: “Il governo vuole lasciare l’Italia negli accordi e nelle alleanze, garantendo continuità a quello che è già stato”, ha affermato da Pomigliano d’Arco, dove si trovava in visita allo stabilimento Leonardo. “Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti, ma portiamo avanti anche il dialogo con gli altri Paesi, come la Russia, così come è sempre stato”. E così tra proclami e frasi roboanti è tramontato il proposito del governo dei premier Salvini e Di Maio di eliminare le sanzioni alla Russia.