Serbia. In corso campagna mediatica anti-albanese: odio etnico sui principali giornali

di Notizie Geopolitiche – 

Le recenti dispute tra Serbia ed Albania, sintomo di un conflitto politico mai sopito tra i due paesi, hanno scatenato sulla stampa serba una campagna di terrorismo mediatico ed odio etnico nei confronti degli albanesi, caratterizzata da una intensità che non si riscontrava da parecchi anni.
Il rifiuto di Parigi di estradare l’ex primo ministro kosovaro Ramush Haradinaj a Belgrado, dove avrebbe dovuto essere processato per i crimini commessi contro la popolazione civile serba nella guerra combattuta tra il 1997 ed il 1999, e l’accoglienza da eroe riservata a questo al suo rientro a Pristina sono stati una prima scintilla che ha portato quotidiani serbi, soprattutto quelli vicini al governo come la rivista Informer, a pubblicare numeri nei quali in prima pagina viene ad esempio riportata la foto dell’ex guerrigliero kosovaro, sotto la scritta “massacreremo i bambini serbi”.
Altri avvenimenti che hanno fomentato questo crescendo di odio etnico sono stati la dichiarazione del premier albanese, Edi Rama, di puntare all’unione di tutti gli albanesi in un unico stato, la cosiddetta Grande Albania (che comprenderebbe il Kosovo, reclamato da Belgrado come parte integrante del proprio territorio), se i negoziati per l’entrata nell’Unione Europea dovessero fallire, affermazioni riprese anche dall’ex comandante della missione Osce in Kosovo, William Walker, il quale ha rivelato di stare lavorando ad un progetto per riunire tutti gli albanesi.
Agli attacchi mediatici condotti contro tali prese di posizione, argomenti che da anni sono al centro dei pessimi rapporti che intercorrono tra Belgrado e Tirana, si sono poi aggiunti reportage che, basandosi su fonti alquanto dubbie, avrebbero dimostrato che i massacri compiuti in Kosovo contro la popolazione albanese dalle truppe jugoslave sarebbero solo delle messe in scena, con lo scopo di giustificare un attacco della Nato, o indagini che avrebbero scoperto un traffico di armi verso la Macedonia, finalizzato ad armare la minoranza albanese e prepararla per un conflitto per la conquista dell’indipendenza, spesso pubblicate insieme a testimonianze di parte e la cui veridicità è difficile da confermare.