Sicilia. La California d’Europa e il suo “oro nero”, il turismo

di Angelo Todaro * –

la Sicilia, come del resto il Paese, sta approfittando del delicato contesto internazionale dovuto alla instabilità geopolitica. Le località turistiche più importanti, come la Turchia, i Paesi arabi, ma anche la stessa Francia e la Gran Bretagna, marcano il passo. Quando la gente decide di andare in vacanza al primo posto mette la sicurezza, ed in Sicilia il terrorismo non ha colpito. Accogliamo con soddisfazione questo risveglio, qualunque sia la ragione. Ossigeno per i nostri imprenditori, ma ciò premesso, resta da pianificare, condurre, guidare e coordinare una politica del turismo che utilizzi i beni culturali, di cui la Sicilia è ricchissima.
Le potenzialità sono enormi purché ci sia una gestione razionale del personale museale. Intanto la dislocazione, la loro disponibilità, i musei vengono aperti per sistemare i custodi e non per mostrare i reperti ai visitatori. Ci sono musei che abbondano di custodi, ed altri che ne hanno così pochi che sono costretti a chiudere battenti in giornate cruciali.
Governare il turismo. O meglio “governare”, non solo il turismo. Ciò che non si è ancora fatto. Altrimenti il contesto favorevole sarà una meteora, passeggero. Ciò che mi fa arrabbiare è l’assoluta imperizia del sistema museale e artistico, che dovrebbe funzionare come un orologio svizzero per compensare la quasi totale assenza di imprese manifatturiere e alleviare una disoccupazione che adesso è doppia o forse tripla della media nazionale. La nostra Sicilia, definita ripetutamente dalla classe politica come la California d’Europa, l’oro nero Italiano, non è ancora attrattiva come i suoi beni culturali meriterebbero.
In Sicilia nulla si muove e quando qualcosa si muove emergono i disservizi abbinati ad una politica arruffona, i cui interessi sono esclusivamente mirati ai singoli… Eppure le bellezze architettoniche, il paesaggio, la ricchezza di reperti storico-artistici, il clima, e non ultima l’enogastronomia, potrebbero fare la differenza e rendere la nostra splendida isola una meta a livello mondiale. La politica condiziona tutto, seppellisce le buone idee, lo spirito d’iniziativa. Le istituzioni ed i partiti dovrebbero essere i migliori alleati degli imprenditori, coalizzarsi per ottenere, non ulteriori risorse, sovente sprecate o perse come i fondi europei, per guadagnare un indirizzo univoco romano che fissi le condizioni per rendere la Sicilia un’isola attrattiva.
La Cassa Depositi e Prestiti, attraverso il braccio armato delle sue innumerevoli controllate, potrebbe rilanciare con mezzi finanziari e uomini, il sistema ricettivo, che langue per scarsezza di risorse, di promozione adeguata, di formazione per il personale. La ristorazione siciliana ha raggiunto vertici assoluti, esclusivamente per merito dei suoi esponenti più rappresentativi, regalando un importante incentivo all’attrattività del territorio. La Sicilia non può rimanere indietro, il turismo ha nel commercio e nei servizi la prima componente, deve diventare il motore di rilancio.

* Imprenditore Presidente Assoesco Sicilia.