Siria. Attacco Usa: al Consiglio di sicurezza Onu la Russia denuncia ‘l’atto di aggressione’

Notizie Geopolitiche –

E’ stata una riunione di fuoco quella di ieri al Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove si è discusso dell’attacco Usa con missili alla base siriana di di al-Shayrat, quella da cui sono partiti gli aerei che (forse) hanno lanciato le armi chimiche che hanno ucciso 86 persone a Khan Sheikhoun.
Forse, perché se è stato unanime il plauso all’iniziativa di Donald Trump da parte dei governi occidentali e delle monarchie del Golfo, interessate a un rientro in gioco degli Usa, continuano a mancare le prove che i raid siriani siano stati condotti con i gas, per cui rimane in piedi la ricostruzione dei russi di bombe che hanno colpito un deposito di armi chimiche.
E il vice rappresentante russo all’Onu Vladimir Safronkov non ha lesinato le parole per denunciare che “L’aggressione degli Stati Uniti contro la Siria favorisce solo il terrorismo. Sono stati colpiti un’infrastruttura delle forze armate siriane ed i suoi aerei da combattimento, ovvero è stato un attacco contro quelli che in tutti questi anni conducono una lotta senza tregua contro i terroristi”.
Safronkov, come riporta Sputnik, ha quindi denunciato che tale iniziativa fa suonare come ipocriti gli appelli ad una soluzione politica della crisi, e si è chiesto “Quali obiettivi avevate in mente quando avete fatto saltare questo processo (di pace, ndr.), tra l’altro non di vostro merito?”.
Il diplomatico russo ha inoltre criticato il lavoro dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche in Siria, in quanto gli esperti inviati mancherebbero di buona fede, “preferendo concentrarsi sui comunicati dell’opposizione armata, sulle notizie del web, sui post dei social network e sulle segnalazioni di organizzazioni non governative di dubbia reputazione”. “E volete – ha chiesto – che fossimo d’accordo con questi dati? Non valgono un fico secco”.
La linea della Russia è, insomma, quella della denuncia di “Un atto di aggressione contro uno Stato membro delle Nazioni Unite”, come lo ha definito Viktor Ozerov, presidente del comitato di Difesa e sicurezza del Consiglio federale, ma anche “una grave battuta d’arresto per la creazione della coalizione antiterrorismo”, cioè l’impegno comunque contro l’Isis ed al-Qaeda, come ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
L’ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley ha invece parlato di una reazione del suo paese “pienamente giustificata” e “Siamo pronti a fare di più, anche se speriamo che ciò non sarà necessario”. D’altro canto gli Stati Uniti non sarebbero potuti rimanere immobili davanti a tali minacce, poiché “E’ nel nostro interesse vitale e per la sicurezza nazionale prevenire la diffusione e l’utilizzo di armi chimiche”.
L’Iran, che da subito ha condannato “l’uso di armi chimiche ma allo stesso tempo si è opposto a questo tipo di attacchi unilaterali che rischiano di rafforzare i terroristi in Siria e complicare la situazione nel paese e nella regione”, è tornato a chiedere un’indagine accurata sui fatti di Khan Sheikhoun, come d’altronde avevano fatto i 10 paesi membri non permanenti (tra cui l’Italia) alla vigilia dell’attacco statunitense.