Siria. Curdi: Damasco pronta all’autonomia. Ma il rischio è di metterli contro gli oppositori

di Shorsh Surme –

Non è nuova la strumentalizzazione del regime di Bashar al-Assad verso i curdi, che sono stati gli unici in questi tre anni a lottare non solo per liberare la città curde che erano cadute nelle mani dell’Isis, ma anche nel difendere la popolazione arabo-siriana come è avvenuto nella città di Raqqa, che ormai era diventata la capitale delle tagliagole jihadisti.
Infatti, la settimana scorsa Walid Mohi Edine al-Mouallem, ministro siriano degli Affari esteri, aveva dichiarato in un’intervista per Russia Today che ”Siamo disponibili a una certa autonomia, all’interno dei confini della Repubblica Araba Siriana, in merito alla questione curda”.
Ricordiamo che i curdi del Kurdistan della Siria in questi ultimi tre anni hanno formato il sistema federale democratico: la zona curda si estende su tre Cantoni, conosciuti nel loro insieme come Rojava.
Venerdì scorso i curdi del Rojava hanno votato per elezioni dei rappresentanti comunali, la prima delle tre elezioni previste. In novembre saranno tenute elezioni locali e provinciali, seguite da un voto parlamentare nel gennaio 2018.
Oggi la forza curda del Ypg è un alleato chiave nella guerra contro l’Isis, ed in questo periodo è impegnata nei combattimenti a Raqqa e Deir ez-Zor, con il sostegno della coalizione internazionale a guida Usa.
Tuttavia i curdi devono stare molto attenti alle promesse del regime, perché potrebbero avere fini molto pericolosi, tra cui quello di portarli a combattere le forze d’opposizione siriana.