Siria. I turchi continuano le operazioni anticurde ad Afrin

di Shorsh Surme

Perché i turchi avevano ed hanno il diritto di difendere la comunità turco-cipriota, ma i curdi della Turchia non hanno diritto di difendere i loro fratelli nel Kurdistan della Siria (Rojava)?
La domanda è del tutto lecita, dal momento che oggi le autorità turche hanno bloccato una nave-piattaforma italiana al confine delle acque di Cipro del Nord, ma contemporaneamente intensificano gli attacchi contro i curdo-siriani senza permettere ai curdo-turchi di intervenire.
Proprio ieri l’ufficio stampa delle forze democratiche siriane (Sdf) hanno accusato il governo Turco di aver lanciato attacchi contro la città curda di Afrin da zone vicine al campo di Atmeh, il più antico e più grande campo sul confine tra Siria e Turchia. La Turchia conta circa un milione di sfollati interni, perlopiù curdi che hanno dovuto abbandonare le proprie case e villaggi tra il 1986 e il 1995 a causa del conflitto armato tra il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) e l’esercito.
Infatti si legge nel comunicato dell’Sdf che “Fin dalle prime ore del mattino 10 febbraio 2018 l’esercito turco e le sue fazioni jihadiste hanno trasferito armi e artiglieria pesanti vicino al campo”, e “Dopo essersi riposizionati, hanno iniziato a bombardare indiscriminatamente i villaggi di Malla Khalil, Deir Ballut, Aqchalah e il centro della città diJinderes ad Afrin”.