Siria. I turchi vogliono arrivare al confine iracheno: Cavusoglu incontrerà Tillerson

di Shorsh Surme

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, grazie al vergognoso silenzio della comunità internazionale, continua per la sua strada, ovvero nel massacrare la popolazione civile curda ad Afrin e non solo.
Infatti le sue truppe e i loro alleati “ribelli”siriani da ormai 15 giorni hanno circondato la città di Afrin e sarebbero pronti ad “entrare in qualsiasi momento”, come viene riportato dall’agenzia ufficiale turca Anadolu, la quale ha citato il “sultano” Erdogan. Questi, durante l’inaugurazione dell’Accademia politica del suo partito Giustizia e Sviluppo (AKP) ad Ankara, ha affermato che “Siamo ad Afrin oggi, Kobane e Manbij domani”, aggiungendo che non si fermeranno fino a quando non avranno raggiunto il confine iracheno. “Ci assicureremo i territori a est dell’Eufrate finchè il confine iracheno non sia ripulito da ogni gruppo terroristico”, ha detto riferendosi alle forze democratiche siriane a guida curda (SDF) e alle Unità di protezione popolare (YPG).
In realtà Erdogan, insieme all’Iran e la Russia, hanno ben pianificato un’azione per annientare la popolazione curda non solo in Siria ma anche in Iraq. L’accordo sarebbe stato raggiunto nel novembre scorso ad Astana, in Kazakhstan, un’intesa che assomiglia molto a quella di Algeri del 6 marzo 1975, quando con la mediazione dagli Stati Uniti per il conflitto iraniano-iracheno venne stabilito il ritiro di ogni sostegno ai combattenti peshmerga e alla popolazione curda.
Oggi il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha affermato che Ankara e Washington hanno raggiunto un’intesa su Manbij e sul lato orientale dell’Eufrate in Siria, ed ha riferito di un prossimo suo incontro con il segretario di stato americano Rex Tillerson, il 19 marzo.
Tutto questo nonostante la risoluzione 2401/2018 che doveva fermare la guerra in Siria.