Siria: L’Isis cambia capitale, Raqqa retrocessa a “piazzaforte semplice”

di Gianluca Vivacqua –

Domenica 23 aprile le agenzie di stampa italiane hanno riportato la notizia, già diffusa da Fox News all’inizio del mese, che l’Isis ha spostato la sua capitale in Siria da Raqqa ad al-Mayadin, nella provincia di Deir Ezzor. La città, che è attraversata dall’Eufrate, si trova a 70 km dal confine con l’Iraq e a 170 a sud-est dalla vecchia capitale.
Dunque l’Isis, che in Siria come in Iraq continua a perdere terreno e posizioni (mentre la sua battaglia ideologica si estende e si rafforza sempre di più nel cuore dell’occidente), toglie il centro della sua amministrazione da Raqqa, dov’era dal 2014.
Raqqa corrisponde all’antica Callinico, fondata da Seleuco II Callinico nel III sec. a.C. Mutò nome in Niceforio nel III sec. d.C., ai tempi dell’imperatore romano Settimio Severo. Secondo altre fonti, invece, la città nacque col nome di Niceforio ai tempi di Seleuco I Nicatore e solo più tardi, più precisamente sotto Gallieno, cambiò denominazione in Callinico (pare in omaggio ad un retore e storico, Callinico Sutorio, nativo della città); nel VI secolo divenne anche sede episcopale. Per breve tempo, in età bizantina, assunse il nome di Leontopoli, perché Leone I il Trace vi condusse alcuni lavori di fortificazione. Ma è tuttavia in età araba (a cui si deve il nome attuale, ricollegabile alla stessa radice della parola “ragazzo”) che si colloca il momento culminante della sua storia: lo scontro, rimasto leggendario, tra il califfo ibn Talib, cugino primo e genero di Maometto, considerato dagli sciiti il primo successore del maestro, e Ali Sufyan, deposto governatore della Siria che in seguito avrebbe dato alla dinastia dei califfi omayyadi.
Nel gennaio del 2014 le truppe dell’Isis entrarono nella città e la occuparono. Gli uomini del nuovo “Califfo del terrore”, Abu Backr, provvidero subito a fare quello che poi sarebbe stato, anche nelle altre piazzeforti da loro conquistate, il segno di riconoscimento della presenza dello Stato islamico: senza pietà vulnerarono il patrimonio artistico di Raqqa, distruggendo la moschea di al-Qarni, un mistico musulmano legato al califfo Talib. Nel caso specifico la colpa di quel sacro tempio era di essere un monumento sciita, cosa intollerabile agli occhi di combattenti sunniti.
Raqqa è stata la prima capitale dell’Isis. Muovendo dalla Siria, i miliziani del Califfato hanno lanciato la loro campagna di conquista nell’Iraq settentrionale, culminata, poco prima dell’estate di quel 2014, nella conquista di Mosul, l’antica Ninive, superba capitale degli Assiri. Mosul divenne così, dal giugno di quell’anno, la seconda capitale dell’Isis in coabitazione con Raqqa. Dopo tre anni, nessuna delle due capitali sembra ormai più sotto il completo controllo dei jihadisti: contro Mosul, dall’ottobre del 2016 è in corso una violenta offensiva dei soldati iracheni e dei peshmerga curdi, supportati dagli americani; un mese dopo anche Raqqa è finita nella stretta di un assedio, quella delle forze democratiche siriane anch’esse sostenute dagli Usa. Su entrambi i fronti lo Stato Islamico ha accusato pesantemente i colpi; e se in Iraq preferisce comunque continuare ad arroccarsi a Mosul, o meglio in quella parte di città che è ancora sotto il suo controllo (l’aeroporto è ormai perso da mesi), in Siria i piani strategici di al-Baghdadi prevedono invece un riposizionamento urgente. A prendere il posto di Raqqa, dunque, è una città storicamente più giovane: al-Mayadin non nasce che nel Medioevo, nei pressi di una fortezza abbaside. Questa promozione del suo rango è certamente uno dei fatti più rilevanti della storia della città almeno a partire dall’epoca in cui essa era capitale amministrativa di distretto, quello di Asharah (parliamo dell’inizio del XX secolo). Il battesimo del fuoco, come nuova capitale siriana dello Stato Islamico, al-Mayadin l’ha ricevuto il 21 aprile scorso, con l’attacco americano che ha portato all’uccisione di uno dei leader dell’Isis, Abdulrahman Uzbeki.