Siria. Mentre continuano le operazioni dei turchi, Lavrov invita i curdi a Sochi

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Che le operazioni dei turchi e dei miliziani siriani loro fedeli, in particolare i turcomanni, contro i curdi dell’Ypg siano state avviate con il consenso della Russia è indubbio, non solo perché lo ha ricordato oggi il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, ma anche perché i militari di Mosca hanno lasciato la provincia siriano-curda di Afrin immediatamente prima degli scontri.
Fatto sta che i turchi stanno combattendo i curdi dell’Ypg, espressione armata del Partito democratico (Pyd), i quali sono stretti alleati della coalizione a guida Usa contro l’Isis.
E’ difficile al momento comprendere il perché della decisione russa, forse per scardinare ulteriormente i rapporti fra la Turchia e la Nato di cui è paese membro, ma da segnalare c’è oggi l’iniziativa del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, il quale a termine di una conferenza congiunta con l’omologo yemenita Abdulmalik al-Mijlafi ha parlato della necessità di coinvolgere ci curdo-siriani nei negoziati di Sochi, poiché “Il ruolo dei curdi nel processo politico deve essere garantito (…) sulla piattaforma comune”. La Turchia in particolare, ma anche l’Arabia Saudita, ha sempre preteso l’esclusione dei curdi da ogni trattativa sulla Siria, sia a Ginevra che ad Astana, ma in vista dei colloqui che si terranno nella città russa di fine mese il ministro russo ha ritenuto comunque necessaria la loro presenza.
D’altro canto proprio i curdi hanno rappresentato il primo argine all’espansionismo dell’Isis, si pensi alla battaglia di Kobane con la quale hanno saputo contrastare i jihadisti e fermare il progetto di assicurare allo Stato Islamico 400 chilometri di confine turco-siriano.