Siria. Ripresi i colloqui di Ginevra, alta la tensione. Esclusi ancora una volta i curdi

di Ehsan Soltani

Hanno preso una il via ieri i colloqui Onu di Ginevra sulla crisi siriana, ed oggi già il clima è apparso testo, con posizioni delle parti inconciliabili.
Si tratta del quarto tentativo dell’inviato speciale Staffan de Mistura di portare attorno ad un tavolo governo e opposizioni, dopo sei anni di conflitto, ma anche dopo che è sembrata più fattiva l’iniziativa ad Astana di Turchia, Iran e Russia.
Per la prima volta dopo tre anni i delegati si sono trovati faccia a faccia, dal momento che i precedenti incontri venivano mediati in sale separate.
All’apertura del dibattito de Mistura ha voluto ricordare che “Il popolo siriano attende disperatamente la fine del conflitto e sogna di uscire da questo incubo”, per cui “viene ad essere necessario lavorare insieme” perché “non esiste alcuna soluzione militare” al conflitto. Inoltre il diplomatico, ravvisando che “c’è molta tensione”, ha detto che “non sappiamo che cosa accadrà se falliremo ancora una volta”.
Tra gli ostacoli da superare vi sono il futuro impianto costituzionale e forse federale della Siria e il ruolo del presidente Bashar al-Assad, che le opposizioni vorrebbero estromesso da ogni incarico e con l’impossibilità di ricandidarsi alle elezioni.
Ancora una volta sono stati esclusi dalle trattative i curdi dell’Ypg, che hanno circa 60mila uomini armati e che sono stati determinanti per contrastare l’Isis (si pensi a Kobane): essi hanno il controllo di 750 dei 900 km. di confine con la Turchia, ed Ankara pretende che siano allontanati dall’area e che vengano considerati come terroristi.
Da parte sua Mosca ha fatto sapere che se i curdi continueranno ad essere esclusi non verrà garantito il successo dei colloqui.
Sono invece presenti tra i gruppi dell’opposizione i salafiti di Ansar al-Sham e di Yaish al-Islam, la cui presenza è stata voluta dalla Turchia e dall’Arabia Saudita e che sono considerati da Mosca e da Damasco come terroristici.