Siria. Turchi e siriani aumentano la pressione su al-Bab per prendere per primi la cittadella

di Francesco Cirillo –

La città siriana di al-Bab, nella provincia di Aleppo, è completamente circondata dai regolari siriani a sud e dalle forze turche a nord. Dentro 5mila jihadisti dell’Isis, che stanno opponendo un’accanita resistenza ai tentativi di sfondamento dei turchi e dei siriani, appoggiati questi dall’aviazione russa.
Questi si sono mossi da Aleppo ed hanno tagliato le vie di fuga ai miliziani dello Stato Islamico verso la loro roccaforte, Raqqa. Allo stesso tempo le forze armate turche, nell’ambito dell’operazione “Scudo dell’Eufrate” e supportate dagli alleati ribelli del Free Syrian Army, sono avanzate da nord aumentando la pressione sulle linee dei jihadisti fino a penetrate dopo aspri scontri nei quartieri periferici della città.
Nonostante non se ne sia ufficialmente parlato, turchi e russi si sarebbero coordinati nelle azioni aeree su Raqqa, come d’altronde era stato auspicato in occasione degli incontri di Astana sulla tregua e sulla pace in Siria. Accordi che, lo ricordiamo, sono stati promossi da Turchia, Russia e Iran, e che escludono da ogni ipotesi di tregua i jihadisti dell’Isis e di jabot Fatah al-Sham, diramazione siriana di al-Qaeda (ex Jabat al-Nusra).
Nonostante il coordinamento delle operazioni, appare evidente che vi sia una corsa per prendere per primi il controllo di al-Bab, obiettivo strategico; un ufficiale dei ribelli siriani, Mustafà Sejari, ha affermato che le forze siriane prenderanno per prime la cittadella si potrebbe arrivare ad uno scontro con i combattenti dello schieramento dei ribelli sostenuti dalla Turchia.
L’intervento in Siria dei militari turchi ha preso il via nell’agosto 2016 con l’operazione “Scudo dell’Eufrate”, volta ad arginare i curdi del’Ypg e a consolidare una zona sotto forte influenza turca.
Grazie al lavoro negoziale di Mosca, turchi e siriani sembrano decisi, anche se non sono alleati, a collaborare per raggiungere l’obiettivo comune di eliminare la minaccia jihadista dalla regione, rimandando così a dopo la confitta del Califfato, la soluzione dei dissapori.