Skipral: dubbi e non certezze da Porton Down. La Russia chiede le prove, ma anche dall’Opec arriva uno stop

di Enrico Oliari

Si indebolisce la posizione del governo britannico sul caso Skipral, dopo che il direttore del laboratorio militare di Porton Down, Gary Aitkenhead, ha dichiarato nel corso di un’intervista per Sky News che “non è stata verificata la provenienza precisa” del gas nervino “di produzione militare” che il 4 marzo ha avvelenato l’ex agente dei servizi segreti e la figlia Yulia. Aitkenhead ha spiegato che “l’agente tossico di tipo Novichok” sarebbe stato possibile produrlo “probabilmente solo uno Stato”, cosa che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Infatti il gas fu prodotto in Unione Sovietica tra il 1970 e il 1980, era a disposizione di tutti i paesi dell’allora Patto di Varsavia ed il maggior centro di produzione di tale sostanza si trovava in Uzbekistan.
Il Times ha riportato, citando proprie fonti, che “I servizi di sicurezza credono di aver individuato la posizione del laboratorio segreto russo che fabbricava l’agente nervino usato a Salisbury”, ma ancora le autorità britanniche non hanno voluto o saputo fornire i dettagli, cioè le prove, che tutti aspettano.
Mosca si è così portata avanti chiedendo all’Opac, l’Organizzazione internazionale per la Proibizione delle Armi Chimiche, che la Gran Bretagna fornissse le prove che fino ad oggi non ha fornito, ma per cui numerosi paesi occidentali hanno provveduto ad espellere circa 150 diplomatici russi (due l’Italia). Anzi, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha alzato la voce arrivando alla sostanza della cosa, e cioè “L’Occidente dovrebbe finalmente rendersi conto che giocare tutti contro uno non funziona più, che è inutile cercare di raggiungere a spese dei russi vantaggi unilaterali”. “Noi – ha continuato il capo della diplomazia russa – non imponiamo nulla a nessuno, non pretendiamo l’esclusività, per non parlare di quanto siamo larghi di manica e permissivi. Costruiamo le relazioni con i partner, sempre guidati dal diritto internazionale, il riconoscimento del ruolo centrale delle Nazioni Unite, rispettiamo gli interessi, le tradizioni e l’identità delle altre nazioni e popoli, non siamo interessati ad alcun confronto, qualsiasi svolgimento della corsa agli armamenti. Ma i nostri interessi, la sovranità, l’indipendenza… la Russia li difenderà in modo appropriato ed efficiente, utilizzando l’intera gamma di strumenti disponibili a nostra disposizione”.
Fatto sta che l’Opec ha respinto con 15 voti contrari, 6 a favore e 17 astenuti la richiesta di Mosca di essere messa al corrente ed essere parte attiva delle indagini: il rappresentante della Federazione russa presso l’Opac, Alexander Shulgin, ha così commentato che “ci hanno informato che saremo messi al corrente delle risultanze solo se la Gran Bretagna darà il consenso”.
La Russia insomma è accusata senza essere messa nelle condizioni di dire la sua.
Le troppo facili e veloci accuse rivolte alla Russia, che secondo diversi analisti rientrano in un insieme di iniziative per garantire all’occidente il controllo unipolare del globo, si stanno però girando sul vulcanico ministro degli Esteri britannico Boris Johnson come un boomerang, specialmente dopo che è sparito il tweet del 22 marzo con il quale accusava Mosca dell’avvelenamento di Skipral.
Alla Deutsche Welle Johnson aveva dichiarato che “quando guardo alle evidenze, chi lavora a Porton Down, il laboratorio, è stato assolutamente categorico. Gli ho chiesto io stesso ‘sei sicuro?’. E mi ha risposto ‘Non c’è alcun dubbio’. Perciò non abbiamo potuto far altro che prendere le iniziative che abbiamo preso”.
Oggi è sotto attacco del ministro ombra dell’Interno, Diane Abbott, per la quale: “Sembra che Boris Johnson abbia fuorviato l’opinione pubblica sostenendo che gli scienziati di Porton Down gli avevano confermato che la Russia era la fonte del gas nervino usato a Salisbury… Boris Johnson rappresenta la Gran Bretagna sulla scena mondiale, ma ancora una volta ha dimostrato di non poterlo fare in modo responsabile”.Ed anche per il leader dei laburisti Jeremy Corbyn “Boris Johnson deve rispondere a domande molto serie”.
Intanto le condizioni di Sergei Skipral e della figlia Yulia sembrano migliorare. La cugina Victoria ha consegnato a una tv russa la registrazione di una conversazione telefonica recente con Yulia, la quale ha riferito di star bene e che anche le condizioni del padre sono in netto miglioramento.
Skipral era una spia doppiogiochista che aveva lavorato pee il Gru (servizi segreti militari russi) e per lo spionaggio britannico.