Somalia. Attacco al-Shabaab a Hotel, 23 i morti

Notizie Geopolitiche –

Ancora attacchi degli al-Shabaab somali a Mogadiscio: obiettivo dei terroristi è stato l’hotel Nasa-Hablod, frequentato da politici e funzionari di governo. Da quanto si è appreso ii terroristi, dopo aver causato due esplosioni con autobombe di cui una nei pressi del Parlamento, sono penetrati nell’hotel sparando all’impazzata e sequestrando numerosi ostaggi. Almeno 23 i morti tra cui il capo del distretto della polizia e un deputato.
In mattinata le teste di cuoio sono penetrate nella struttura alberghiera uccidendo tre terroristi e arrestandone due. Gli al-Shabaab hanno poi rivendicato l’azione.
Non è la prima volta che i terroristi di al-Shabaab prendono di mira il Nasa-Hablod hotel, situato non distante da palazzo presidenziale, ma è lunga la lista delle strutture ricettive colpite da gravi azioni di sangue. Il più clamoroso attacco è avvenuto due settimane fa, il 14 ottobre, quando una forte esplosione nei pressi del Safari Hotel di Mogadiscio ne ha causato il crollo uccidendo oltre 360 persone.
Il 15 giugno 2017 è stato colpito un ristorante (31 morti); il 27 gennaio i miliziani di al-Shabaab hanno preso di mira l’hotel Dayah della capitale, che normalmente ospita diplomatici, funzionari governativi e parlamentari (15 morti); il 26 agosto 2016 era stato attaccato al Banadir Beach un ristorante (10 morti), il 25 giungo l’hotel Nasa-Hablod (15 morti), il 1 giugno l’hotel Ambassador (15 morti), il 2 gennaio il The Village (2 morti); il 3 novembre 2015 era stato colpito l’hotel Sahafi (13 morti) , il 26 luglio dello stesso anno il Jazeera Palace (13 morti), il 10 luglio gli hotel Wehliya e Sayidka (10 morti), il 28 marzo del 2015 l’hotel La Mecca, in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore all’Onu con altre 15 persone.
Gli al-Shabaab somali, in precedenza affiliati ad al-Qaeda ed oggi all’Isis, hanno controllato fino a non molto fa buona parte della Somalia centromeridionale per poi essere spinti sempre più a sud dalle forze dell’Amisom, missione formata da Burundi, Etiopia, Gibuti, Ghana, Sierra Leone, Kenya, Uganda e Nigeria e supportata dai droni Usa che partono dalla base Gibuti. In particolare il Kenya opera con l’aviazione, truppe di terra e con la marina, il cui intervento è stato essenziale per la liberazione di Chisimaio nel 2012.
Perso buona parte del territorio, i jihadisti si sono dati alla guerriglia ed agli atti di terrorismo, ed è lunga la lista degli attentati che hanno preso di mira anche basi militari ed edifici pubblici nonché obiettivi in Kenya, come campus universitari, autobus di linea e centri commerciali.