Strage di Berlino: è caccia al terrorista Anis Amri; era stato 4 anni all’Ucciardone

di Guido Keller –

E’ caccia all’uomo per individuare il 24enne tunisino Anis Amri, ritenuto essere l’autore della strage del Mercatino di Natale di Berlino, costata la vita a 12 persone e il ferimento di 48, azione rivendicata dall’Isis.
La procura federale ha disposto il compenso di 100mila euro per chi fornirà informazioni utili alla cattura, e nella notte vi sono stato blitz delle unità speciali in due appartamenti di Dortmund, in tre di Berlino e nel centro profughi di Emmerich sul Reno, in Nordreno-Vestfalia al confine con l’Olanda, dove il terrorista ha soggiornato. Quattro dei fermi effettuati dagli agenti sono stati confermati dalla procura, che però ha precisato non essere collegati con la strage di Berlino.
Gli elementi che stanno emergendo indicano un individuo pericoloso ma conosciuto alle forze dell’ordine di mezza Europa, tanto da essere stato in carcere in Italia ed in Germania. Sbarcato nel 2011 a Lampedusa quale clandestino, ha tentato di mentire sulla sua data di nascita per farsi passare come minorenne e quindi godere della protezione umanitaria; in Italia è stato in carcere 4 anni all’Ucciardone per l’incendio di una scuola, ma una volta liberato non è stato rimpatriato in quanto, nonostante il provvedimento di espulsione, le autorità tunisine hanno negato che fosse un proprio cittadino. Nel 2015 è arrivato in Germania, dove ha presentato una richiesta di asilo che però è stata respinta: anche in questo caso nessun rimpatrio, sempre perché da Tunisi è stato ribadito che non si trattava di un cittadino tunisino. D’altronde in Europa è riuscito ad assumersi 12 identità diverse, con documenti falsi.
Eppure in Tunisia sapevano benissimo chi fosse, già aveva avuto grane con la legge ed era ricercato dalla polizia di al-Waslatiyah, era stato condannato per furto aggravato a cinque anni di carcere.
Il quadro che ne esce è l’incredibile facilità con cui un clandestino pluripregiudicato e ricercato nel suo paese riesce a restare in Europa dove, nonostante fosse monitorato per i suoi legami con il predicatore estremista Abu Walaa, organizza una strage sequestrando un mezzo pesante e si dà poi alla fuga.
C’è quindi rabbia oggi tra i tedeschi (e non solo) per una sicurezza che non viene garantita proprio perché il sistema dei rimpatri e della sorveglianza sugli individui sospetti continua ad incepparsi: se per le stragi di Bruxelles e di Parigi si sono attivati cittadini europei figli di immigrati regolari o regolarizzati, nella maggior parte degli attacchi verificatisi in Germania gli attentatori sono stati richiedenti asilo.
La cosa, si sa, inciderà sulle elezioni federali del 2017, con la politica dell’accoglienza di Angela Merkel messa sotto accusa tanto che la Cdu della cancelliera ha perso in tutte le recenti elezioni regionali. E’ invece in pericolosa crescita il sentimento nazionalista e xenofobico incarnato da Alternative fuer Deutschland (Afd), guidata da Frauke Petry, e da altre formazioni estremistiche.