Sudafrica. Siccità: sta finendo l’acqua, milioni di persone a rischio di razionamento

di C. Alessandro Mauceri

Nel mondo 700 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile. 312 milioni di loro vivono in Africa. In paesi come Nigeria, Etiopia, Tanzania, RD. Congo, Kenya, Sudan, Mozambico e, soprattutto, in Sud Africa. In questo paese tra il 30 e il 70% della popolazione non ha accesso ad acqua pulita, ogni minuto un neonato muore per infezioni contratte a causa delle cattive condizione igieniche e il 15% delle mamme muore per infezioni contratte nelle prime 6 settimane dal parto. Il 42% delle strutture sanitarie non ha acqua potabile. Con conseguenze a volte devastanti.
Nel settembre 2017, finita la stagione delle piogge, è apparso subito chiaro che l’acqua nei bacini che riforniscono la città non sarebbe bastata a soddisfarne il fabbisogno fino a maggio, quando ricominceranno le piogge. Nella provincia del Capo Occidentale, in Sud Africa, il bacino della diga di Theewaterskloof, vicino a Villiersdorp, circa 108 Km da Cape Town, é a meno del 20% della sua portata naturale. Si tratta della peggiore condizione da 113 anni a questa parte. La capacità della principale risorsa idrica per Cape Town è ormai ridotta al 10% perché l’altro 10% è inutilizzabile a causa del limo.
Fino ad ora i problemi legati alla carenza idrica avevano riguardato principalmente le aree extra urbane, ma da quest’anno la situazione è cambiata. La capitale del Sudafrica potrebbe diventare la prima grande città al mondo a restare senza acqua. Le autorità hanno dichiarato lo stato di siccità, dando istruzioni per il razionamento dell’acqua. L’amministrazione ha varato diversi programmi che vanno dal riciclaggio alla desalinizzazione, e ciascun cittadino può utilizzare solo 87 litri di acqua al giorno. Città del Capo ha chiuso gli autolavaggi e molte piscine; ai cittadini è stato raccomandato di raccogliere l’acqua della doccia e del lavabo e riciclarla per scaricare i wc, di lavarsi i denti e farsi la barba usando solo una tazza d’acqua senza lasciare il rubinetto aperto. È stato suggerito di non riempire le piscine fino all’orlo e di non esagerare ad innaffiare i giardini.
Obiettivo: consumare meno di 500 milioni di litri al giorno in una città di 4 milioni di abitanti.
A misure finalizzate al risparmio, l’amministrazione vorrebbe aggiungere la costruzione di impianti per la desalinizzazione dell’acqua di mare e mettere in atto programmi per la raccolta e l’utilizzo delle acque sotterranee di falda e per il riciclo delle acque di scarico.
Il tutto nella speranza che a maggio, con la nuova stagione le piogge, si possano riempire gli invasi.
Il 22 aprile 2018 scatterà il Day Zero, il giorno in cui la capacità dei bacini scenderà sotto il 13,5 per cento e la città sarà costretta a chiudere i rubinetti. Da quel momento i quasi quattro milioni di abitanti potranno accedere all’acqua solo recandosi in uno dei duecento punti di distribuzione sparsi per la città.
La scarsità di risorse idriche non era mai stato prima d’ora un problemi sulla costa sudafricana dove si trova Città del Capo. Il 2017 è stato uno degli anni più asciutti mai registrati nella regione e da molto tempo era chiaro che le precipitazioni durante la stagione più piovosa sarebbero state insufficienti per ricaricare i bacini idrici.