Tap. Sassaiola contro guardie, ‘NoTap vogliono imporre legge della giungla’ – Video

di Giacomo Dolzani – 

Non si fermano le violenze nell’area in cui si stanno svolgendo i lavori per la realizzazione del Trans Adriatic Pipeline (Tap), il gasdotto che consentirà al gas azero, estratto nel giacimento offshore di Shah-Deniz II, situato nel mar Caspio, di fluire verso l’Italia e, da qui, in tutta l’Europa occidentale.
Dopo la sentenza favorevole emessa dal Tar del Lazio, che ha confermato quella precedente del Consiglio di Stato, la quale ha permesso la ripresa della costruzione dell’opera, i manifestanti del cosiddetto presidio NoTap, che si oppongono alla costruzione del tratto italiano della tubazione, nonostante non fosse in corso alcuna attività (era il primo maggio) nella giornata di ieri hanno nuovamente assaltato il cantiere con un lancio di pietre, impedendo per oltre un’ora il cambio di turno delle guardie giurate di guardia al sito e rimuovendo 35 grate della recinzione.
Gli incidenti di oggi sono una riproposizione di quelli avvenuti nelle scorse settimane, quando vennero danneggiati mezzi e strutture ed erette barricate di detriti, impedendo agli operai di recarsi al lavoro e bloccando il transito di un’autocisterna (tra l’altro contenente l’acqua necessaria per fornire il necessario supporto idrico agli ulivi che i manifestanti vorrebbero difendere).
In un comunicato rilasciato oggi da Tap si legge infatti: “per l’ennesima volta si è svelato il volto violento del cosiddetto Presidio NoTap, il quale cerca di imporre contro le leggi dello Stato quella della giungla, della prevaricazione, dell’aggressione. Per più di un’ora è stato impedito il cambio turno delle guardie giurate che vigilano sul cantiere, e quelle rimaste intrappolate nell’area recintata sono state fatte ripetutamente oggetto di lanci di sassi che fortunatamente non hanno colpito le persone, causando però danni alle automobili di servizio. Il gruppo di scalmanati ha pesantemente insultato e minacciato i lavoratori presenti, mentre altri, con arnesi professionali provvedevano a tagliare ben 35 grate della recinzione, cinque delle quali sono state rimosse e rubate”.
La tubazione del Tap, raccordandosi con il Trans Anatolian Pipeline (Tanap) a Kipoi, nella Grecia orientale, attraverserà tutta la parte settentrionale della penisola ellenica (550km), percorrendo poi da est ad ovest l’intera Albania (215km) fino al terminale di Seman, dove comincerà il tratto sottomarino sul fondale adriatico (105km), il quale terminerà a Melendugno, comune pugliese, che sarà interessato da un tratto di 8km di tubazioni (sugli 878km totali).
Ad opera terminata attraverso il Tap fluiranno circa 20 miliardi di metri cubi di gas naturale ogni anno, i quali rappresenteranno per l’Italia e per l’Europa una fonte di metano alternativa al gas africano e russo, incrementando l’indipendenza energetica dei paesi Ue.

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Posted by Facebook on Friday, December 5, 2014

 

Twitter: @giacomodolzani