Trump all’Onu, ‘pronti a distruggere la Corea del Nord’ e ‘America first’. Nulla di nuovo

di C. Alessandro Mauceri –

C’è stata grande attesa per il discorso, il primo, del presidente degli Usa Donald Tump alla 72ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. Attesa per un discorso che è stato preceduto da molte polemiche, da dichiarazioni offensive e persino minacce. Come quella del Tycoon che, riferendosi all’Onu, ha detto che “deve concentrarsi di più sulla gente e meno sulla burocrazia. La burocrazia ostacola le Nazioni Unite”.
E Trump, come sempre, ha lasciato la platea di capi di Stato e di diplomatici senza fiato, in un misto tra stupore e sbigottimento: dopo essersi incensato e glorificato con 10 minuti riportando che “Gli Stati Uniti hanno fatto molto bene dalla mia elezione” e “la Borsa ora è a livelli record e l’occupazione in aumento”, il presidente Usa ha affermato che gli “Stati canaglia sono una minaccia per il mondo”, “se i giusti non affronteranno i pochi cattivi che minacciano la pace nel mondo, sarà il male a trionfare”. E da lì il passo sulla Corea del Nord è stato breve: “il loro programma nucleare è una minaccia per il mondo intero, cosa che non possiamo più tollerare. “Rocket man” (Kim Jong-un, “l’uomo missile”) è in missione suicida per se stesso e per il suo regime, deve comprendere che è arrivato il momento di fermarsi”. “Se attaccati gli Stati Uniti sono pronti a distruggere la Corea del Nord, ma forse questo non sarà necessario, a questo servono le Nazioni Unite”. “’Nessun paese al mondo – ha continuato – vuole vedere questa banda di criminali armarsi con armi nucleari e missili”, “Bisogna isolare il regime di Kim”. Ha quindi ringraziato la Russia e la Cina per aver votato a favore delle recenti sanzioni seguite al test nucleare da 160 chiloton del 3 settembre, per quanto in realtà non sia passata la formula proposta dalla Casa Bianca bensì una mediazione condivisa da tutti i paesi del Consiglio di sicurezza.
Tra gli “stati canaglia” c’è anche l’Iran, “un regime mascherato da democrazia”: Trump lo accusa di finanziare il terrorismo internazionale, in primis Hezbollah, E sull’accordo per il nucleare iraniano è tornato a dire che “È un disastro, non possiamo considerarci legati a questo patto”. Patto che intanto, come dice l’Aiea, funziona e resta in piedi.
Poi il capo della Casa Bianca, distributore urbi et orbi di sanzioni, ha citato Cuba, paese verso il quale non aboliremo le sanzioni fino a quando quel regime continuerà a violare i diritti umani”, e il Venezuela di Nicolas Maduro, anche lì “sanzioni confermate” per un dittatore che sta portando il Paese sull’orlo della catastrofe”.
In poco più di mezz’ora Trump ha fatto insomma il giro del mondo analizzando, giudicando e, spesso criticando, definendo gli Usa una nazione compassionevole (“is a compassionate nation”) specie per ciò che riguarda il problema dei rifugiati e dei migranti, nonostante i nuovi muri sollevati con il Messico e le politiche restrittive adottate, come il “Muslim ban”.
Poi la sua attenzione è stata rivolta alle donne imprenditrici (“women entrepreneurs”), cosa che gli ha consentito di ricevere un applauso a scena aperta dalla platea. Per il resto sempre le stesse parole. Termini come “prosperità”, “ricchezza” e molte altre augurate a tutti i paesi pur con la loro differenza culturale, religiosa e politica. Dimenticando che proprio gli Usa da decenni cercano di imporre il proprio concetto di democrazia a molti altri paesi e che oggi ci sono decine di migliaia di soldati americani sparsi in basi dislocate ovunque.
Alla fine Trump ha concluso il suo primo discorso alle Nazioni Unite con la frase di rito utilizzata da tutti i presidenti americani: “God bless you, God bless the nations of the world, and God bless the United states of America”.
La centralità del discorso di Trump è stata quindi l’America, “I will always put America first” (Come presidente degli USA metterò sempre l’America al primo posto): 41 minuti e 20 secondi di discorso per non dire niente di nuovo o di diverso da ciò che ci si aspettava e che era già stato anticipato.