Tunisia. Allarme della Banca Centrale: crollano le riserve auree e di valuta straniera

di Bessem Ben Dhaou

La Banca Centrale della Tunisia ha reso noto che le riserve auree del paese sono diminuite in neanche un mese da 4,9 miliardi di dollari a 4,8 miliardi, e che le riserve in valuta estera della Tunisia hanno raggiunto gli 11 miliardi e 610 milioni di dinari tunisini (4,780 miliardi di dollari), denaro sufficiente a coprire le importazioni per soli 82 giorni.
A determinare il calo delle riserve valutarie in Tunisia è l’elevato deficit della bilancia commerciale da un lato e dall’altro il crollo del tasso di cambio del dinaro tunisino rispetto al dollaro e all’euro.
Secondo l’Istituto Tunisino di Statistica, il deficit commerciale della Tunisia nel 2017 è aumentato del 23 per cento rispetto all’anno precedente e, per quanto la Banca Mondiale abbia stimato una crescita del 2,7% nel 2018 e del 3,3% nel 2019, favorita dal miglioramento del clima d’affari, dalle riforme strutturali e dal rafforzamento della stabilità sociale e della sicurezza, permangono squilibri e fragilità determinati da un debito pubblico che si attesta al 70% del Pil, da un elevato deficit commerciale (oltre il 10% del Pil) e, appunto, dall’erosione delle riserve in valuta della Banca Centrale Tunisina.
Tra l’altro il Parlamento europeo ha inserito la Tunisia nella black list dei Paesi terzi considerati ad alto rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo, cosa che fa scattare l’obbligo di applicare misure rafforzate di adeguata verifica della clientela quando si tratta con persone fisiche o entità giuridiche che hanno sede in Tunisia.
Per gli eurodeputati e la Commissione europea l’economia tunisina non ha abbastanza protezione rispetto al riciclaggio e nel paese permangono forme di finanziamento del terrorismo.