Tunisia. Gentiloni in visita: terrorismo, migrazioni e sostegno alla transizione i temi trattati

di Guido Keller –

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è recato in visita in Tunisia dove è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi, dal presidente del Parlamento Mohammed Ennaceur e dal primo ministro Youssef Chahed. Sul tavolo “l’ottimo stato delle relazioni bilaterali”, le opportunità economiche ma anche la lotta al terrorismo e le migrazioni, con il progetto di contenere il flusso di migranti garantendo il rispetto dei diritti umani.
Sul tema del terrorismo, trattato con il collega tunisino, il premier Gentiloni ha considerato che l’Isis sta perdendo terreno, ma è necessario “moltiplicare l’impegno comune per la lotta al terrorismo” visto il rischio che “le forze terroristiche che hanno combattuto per Daesh (Isis, ndr.), gli altri gruppi jihadisti e al-Qaeda possano coalizzarsi”.
Tuttavia per il presidente del consiglio la risposta “non può essere solo militare: il successo dipende dalla forza delle nostre società e il successo di una società pluralistica come quella della Tunisia è esemplare per la regione intera”.
Partendo dall’accordo sul trattenimento dei migranti in atto con la Tunisia da 6 anni, Gentiloni ha fatto notare che “durante l’estate c’è stata qualche difficoltà per un incremento limitato di immigrazione irregolare dalla Tunisia a cui abbiamo fatto fronte insieme e dal mese di ottobre la situazione è tornata a una sostanziale normalità”, tanto che nel 2017 sono giunti dalla Tunisia in Italia 5.600 irregolari, ma dal primo novembre ne sono giunti solo 330.
Il premier ha anche parlato della drammatica situazione in Libia che vede i migranti trattenuti in centri di detenzione dove spesso subiscono soprusi e violenze, assicurando che “non accetteremo una logica di impunità”
Per il numero uno di Palazzo Chigi l’”esperimento democratico” in corso in Tunisia riveste un ruolo primario, e l’Italia spingerà perché abbia “un’attenzione speciale” in Europa. Un processo di transizione, quello in corso nel paese nordafricano, che l’Italia vuole sostenere, anche riconvertendo il debito di 25 milioni di euro in progetti agricoli nel sud della Tunisia, nel supporto al tribunale amministrativo locale e in un programma di sostegno alle donne.