Turchia. Erdogan torna a minacciare l’Ue, ‘ci sono alternative’

Notizie Geopolitiche

erdogan_recep_tayyip_grandeIl presidente turco Recep Tayyp Erdogan è tornato oggi a ribadire che “Noi non abbiamo ancora chiuso con l’Unione Europea, per ora, ma la situazione attuale non ci fa essere molto ottimisti. Nessuno dovrebbe dimenticare che la Turchia ha sempre molte altre alternative”. Lo ha affermato intervenendo al “Global future, global goals” in corso a Istanbul, aggiungendo che “L’Europa ha fatto aspettare la Turchia davanti alla sua porta per 53 anni . Ve l’ho detto, non siete preziosi come la seta. In un modo o nell’altro abbiamo vissuto per 53 anni”.
Le alternative Erdogan le aveva indicate il 20 novembre di rientro dall’Uzbekistan, quando aveva dichiarato che “Sarebbe sbagliato intestardirsi a voler entrare nell’Ue, la Turchia potrebbe vagliare nuove opzioni, come entrare a far parte del patto di Shanghai”, ovvero l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Shanghai Cooperation Organisation, SCO), a cui partecipano Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, ed a cui dal 2017 si unirà l’India.
Tra l’Unione Europea e la Turchia neo-ottamanista di Erdogan, dove una dozzina di deputati curdi sono stati arrestati, dove sono stati chiusi i media delle opposizioni e dove diverse migliaia fra giudici, insegnanti, pubblici amministratori, giornalisti, militari e persino diplomatici sono agli arresti con l’accusa di essere gulenisti, c’è di mezzo l’accordo sui migranti, osservato dalla Turchia ma rallentato forse comprensibilmente da Bruxelles, che prevede, affinché i migranti rimangano in Turchia, lo stanziamento di 3 miliardi (quasi 250 milioni la parte dell’Italia), l’abolizione dei visti per i cittadini turchi e la riapertura dei processi di adesione.
Quella di Erdogan in realtà non appare come una minaccia, bensì come il prepararsi la strada in vista di un vero e proprio passaggio di campo: Erdogan presiede un paese che è membro Nato, ma nel contempo sta cercando di consolidare i rapporti con Mosca, e la cosa al Cremlino piace. La Turchia potrebbe così avere nei prossimi tempi come alleato politico, economico, commerciale e culturale la Russia di Vladimir Putin ed i circuiti paralleli all’Ue, cioè il Sco e l’Unione Doganale.