Turchia. Erdogan vuole conquistare l’Europa: agli immigrati, ‘fare 5 figli e il futuro sarà vostro’

di Enrico Oliari

Man mano che si avvicina il referendum costituzionale che lo proclamerebbe “sultano” della Turchia, il presidente Recep Tayyp Erdogan si spinge sempre più verso il nazionalismo urlato e sfrutta ogni occasione per accendere gli animi dei turchi.
Il divieto delle autorità olandesi ai comizi dei membri del governo turchi sta tornando utile a Erdogan nella stessa misura in cui lo è stato per il premier Mark Rutte nello sconfiggere l’euroscettico e anti-Islam Geert Wilders, per cui il presidente turco si è dato ormai all’eurofobia non lasciando passare giorno senza esternazioni nei confronti dell’occidente. Ieri se ne è uscito con una battuta che anima il risentimento antiturco in Europa ma che nel contempo riempie di orgoglio i suoi seguaci: “faccio un appello ai miei fratelli in Europa. Vivete in quartieri migliori. Comprate le auto migliori. Vivete nelle case migliori. Non fate tre figli, ma cinque. Perché voi siete il futuro dell’Europa. Questa sarà la migliore risposta all’ingiustizia che vi è stata fatta”.
E dal comizio tenuto nella città di Eskisehir, Erdogan ha osservato che “Siamo stanchi di tutto questo. Voi dite che è libertà di religione. Io vi sfido a vietare la kippah”, dimentico del fatto che la recente sentenza della Corte di giustizia europea non ha vietato il velo, bensì ha dato ragione a due aziende che hanno vietato ai dipendenti di portare segni religiosi, quindi anche la kippah.
Poi è tornato a minacciare il ritiro unilaterale dall’accordo sui migranti, in quanto non rispettato dall’Unione Europea. Su questo punto è tuttavia difficile dargli torno, poiché l’accordo prevedeva di trattenere i migranti entro i confini turchi in cambio di 3 miliardi di euro (che potrebbero arrivare a 6), ma anche la sospensione dei visti per i cittadini turchi diretti in Unione Europea e la riattivazione dei processi di adesione alla Casa comune, cose queste ultime mai fatte.
Quale politico europeo, vien tuttavia da chiedersi, è disposto ad andare contro il sentimento comune, che è quello di non volere la Turchia in Europa?