Libia. Tutto pronto per il ritorno di Saif al-Islam Gheddafi

di Vanessa Tomassini – 

L’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamè, in un’intervista a France 24 ha ammesso che il processo politico libico, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, è aperto a tutti, anche ai fedeli e ai funzionari dell’ex-regime di Muammar Gheddafi, ai quali sarà concesso di correre sia per le elezioni parlamentari sia per quelle presidenziali, ad eccezione degli estremisti che ricorrono alla violenza. Via libera quindi anche a Saif Al-Islam Gheddafi, figlio preferito e designato dal padre come erede della gran Giamahiria araba libica.
Lo stesso Salamè ha dichiarato di aver incontrato di persona i sostenitori di Gheddafi. Nel Paese infatti si sta diffondendo quell’idea del “si stava meglio quando si stava peggio”, con manifestazioni in cui si sventolano le bandiere verdi, seppur senza un’organizzazione ben delineata. Saif al-Islam, che in arabo significa la “Spada dell’Islam”, potrebbe essere la giusta arma sia per impedire i flussi migratori sia contro le forze islamiste, le quali non potrebbero più approfittare del caos libico.
Intanto Saif, che ancora non si concede alla stampa per timore di attentati alla propria vita, ha visto accolta la sua denuncia per diffamazione contro l’ex presidente del parlamento “di Tobruk” Abubakr Mustafa Buera, il quale aveva dichiarato ad un giornale locale che il figlio del defunto generale non era laureato. Saif, rappresentato dal suo storico legale, Khaled Mohamed al Zaidi, ha dimostrato alla Corte Penale di Tobruk di possedere una laurea, conseguita “nella conosciuta e celebre università London School of Economics”, come si legge nel documento in foto.
Mentre si vanno diffondendo i malumori contro Khalifa Haftar, dopo la ricomparsa dei video del quale Notizie Geopolitiche aveva già parlato in passato, le simpatie pro Gheddafi aumentano, soprattutto dopo l’insuccesso della manifestazione indetta dall’imprenditore libico-svizzero Igtet. Lo stesso Haftar, che il 26 settembre era invisita a Roma, in un clima di massima segretezza aveva cercato di uccidere Gheddafi, come documentato da diversi media arabi.
In molti si chiedono se Saif avrà le stesse capacità di leadership del padre, anche se non è chiaro come la “Spada dell’Islam” potrà aggirare la condanna della Corte Penale di Giustizia che lo ha dichiarato colpevole di crimini di guerra, compiuti nel 2011 per sedare le rivolte. In molti però sono convinti verrà messa da parte in nome di un bene superiore, la stabilità politica della Libia e tutti i vantaggi che da essa ne scaturiranno.