Ue. Da Frontex l’impegno a rivedere le regole. Ma niente porti

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Come era prevedibile, i vari paesi europei hanno risposto picche alla richiesta dell’Italia di aprire i porti agli sbarchi in modo da ridurre la pressione sui propri, posizioni tra l’altro annunciate in occasione del Consiglio Interni di Tallinn.
Fabrice Leggeri, direttore dell’agenzia europea Frontex, ha infatti spiegato oggi che “c’è stata una richiesta dell’Italia, ma non ho sentito Stati membri disponibili”. “D’altro canto – ha precisato Leggeri – si tratta di una questione complessa per ragioni politiche, ma non spetta a Frontex risolvere le questioni politiche”.
L’unico risultato portato a casa dal ministro dell’Interno Marco Minniti è la disponibilità a ridiscutere le regole dell’operazione Triton, che è stato precisato essere a guida italiana, perché “possa essere migliorata la solidarietà per sostenere l’Italia, perché possa affrontare questa straordinaria pressione”, ha detto Leggeri, ma la cosa non sarà comunque immediata. Vi sarà quindi un “gruppo di lavoro tecnico che si occuperà di studiare proposte per cambiare il piano operativo dell’operazione Triton”, da presentare entro settembre, proposte che “saranno poi condivise con tutti gli Stati che partecipano all’operazione secondo il nostro regolamento”.
L’Italia, come era già stato condiviso a Tallinn, punta comunque alla concessione di fondi in Libia per un progetto di accoglienza lì dei migranti, ad incrementare il Fondo fiduciario Italia-Africa (che nei propositi dovrebbe raggiungere 2,6 miliardi, ma che al momento ha raccolto solo 89 milioni di euro), ad aumentare le quote dei ricollocamenti, a creare un coordinamento per il rilascio dei visti a quei paesi che si impegneranno a contrastare i trafficanti e l’immigrazione clandestina e che coopereranno nei programmi di riammissione, e all’istituzione di un codice di comportamento a redazione italiana delle ong, le cui navi non potranno entrare nelle acque libiche, spegnere i trasponder, fare segnali luminosi notturni e trasbordare i naufraghi da una nave all’altra.