Ue. Il bilancio UE dopo il 2020 deve essere all’altezza degli obiettivi politici

di Maurizio Molinari * –

I deputati hanno presentato la propria posizione sul prossimo bilancio a lungo termine, che dovrà finanziare nuove priorità e compensare le perdite causate dalla Brexit.
Il Parlamento europeo ha adottato due risoluzioni sulle spese e sulle entrate per il prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) in vigore dal 2021.
Il Parlamento desidera che il bilancio dell’UE sia all’altezza delle priorità politiche e risponda alle nuove sfide che tutti gli Stati membri devono affrontare, come le migrazioni, la difesa, la sicurezza o il cambiamento climatico. I deputati ritengono che il limite di spesa debba essere portato dall’1 al 1,3% del reddito nazionale lordo comunitario per poter finanziare nuove aree prioritarie senza sacrificare le regioni europee più povere o le comunità agricole.
Tra le principali proposte figurano il potenziamento dei programmi di ricerca, di Erasmus+, dell’iniziativa di sostegno alle PMI e degli investimenti infrastrutturali attraverso il meccanismo per collegare l’Europa, noto come Connecting Europe Facility (CEF).
I deputati avvertono che “non è possibile concludere un accordo sul QFP senza compiere adeguati progressi in materia di risorse proprie”, vale a dire sulla parte di bilancio relativa alle entrate. Le spese e le entrate dovrebbero essere trattate insieme in un unico pacchetto.
La risoluzione si basa sul rapporto del gruppo di alto livello sulle risorse proprie, guidato da Mario Monti, e chiede il rafforzamento delle risorse proprie esistenti e l’introduzione progressiva di nuove. Queste ultime potrebbero consistere in una revisione delle risorse derivanti dall’IVA, un’imposta a livello UE sulle transazioni finanziarie, una tassa sul settore digitale e tasse ambientali.

Le nuove risorse dovrebbero:
– portare a una sostanziale riduzione (obiettivo del 40%) della quota dei contributi diretti basati sul reddito nazionale lordo, in modo da creare risparmi per i bilanci degli Stati,
– abolire il sistema di “rebates” e di correzioni di cui beneficiano solo alcuni Stati membri,
– coprire l’ammanco generato dalla Brexit senza aumentare l’onere fiscale complessivo per i contribuenti UE.

La risoluzione dei co-relatori Jan Olbrycht (PPE, PL) e Isabelle Thomas (S&D, FR) sul bilancio a lungo termine dell’UE dopo il 2020 è stata adottata con 458 voti in favore, 177 voti contrari e 62 astensioni.
La risoluzione dei co-relatori Gérard Deprez (ALDE, BE) e Janusz Lewandowski (PPE, PL) sulla riforma del sistema di risorse proprie UE è stata adottata con 442 voti in favore, 166 voti contrari e 88 astensioni.
Le due risoluzioni rappresentano il contributo del Parlamento alle proposte della Commissione europea previste per maggio 2018.
I deputati chiedono che i colloqui tra Parlamento, Commissione e Consiglio inizino subito, per cercare di raggiungere un accordo prima delle elezioni europee del 2019.
Oltre il 94% del bilancio UE è destinato a cittadini, regioni, città, agricoltori e imprese. Le spese amministrative dell’UE ammontano a meno del 6% del totale, mentre gli stipendi rappresentano circa la metà di tale percentuale (fonte: Commissione europea).
Un sondaggio mostra che gli europei si aspettano soluzioni dall’UE. La maggior parte degli intervistati ritiene che l’Europa dovrebbe fare di più per fronteggiare una vasta gamma di questioni, che vanno dalla sicurezza ai flussi migratori, fino alla disoccupazione (fonte: Eurobarometro).

* Servizio stampa del Parlamento europeo.