Ue. Merkel ai Visegrad, ‘niente accoglienza, niente soldi’

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Il 6 settembre la Corte di Giustizia Europea ha dato torto all’Ungheria e alla Slovacchia affermando sostanzialmente che ogni paese membro Ue deve ricevere la sua quota di richiedenti asilo, sentenza che di fatto obbliga i 4 “Visegrad” (Ungheria, Cechia, Slovacchia e Polonia) a non sottrarsi al piano di ricollocamenti stabilito a Bruxelles.
Nonostante ciò il premier Viktor Orban ha fatto sapere che “l’Ungheria è un paese membro dell’Unione Europea, deve rispettare i trattati e riconoscere le decisioni della Corte”, tuttavia non c’è ragione per cambiare la politica di rifiuto dei migranti”, “non diventeremo un paese di immigrati”.
Sul tema è intervenuta oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha affermato sul Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung che “Se non esiste solidarietà in materia di migrazione, non ci sarà in altre aree. E questa sarebbe una nota amara per la coesione europea”. In altre parole Merkel ha lanciato un vero e proprio avvertimento a Orban e agli altri tre leader dei Visegrad: niente accoglienza, niente soldi in altre aree.
Tanto per dire l’Ungheria euroscettica dell’euroscettico Viktor Orban nel periodo 2014-2020 riceverà dall’Unione Europea complessivamente 34,3 miliardi di euro (a prezzi correnti): 21 miliardi dal Fondo di coesione, dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale e dal Fondo sociale Europeo; 8,9 miliardi dai finanziamenti diretti a favore dell’agricoltura, 3,4 miliardi di euro dal Fondo Europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale (FEASR) e circa 1 miliardo di euro da altri fondi.
Da notare che, a fronte dei 181.433 sbarchi in Italia del 2016, la Slovacchia ha accolto 16 richiedenti asilo sui 902 stabiliti dal piano dei ricollocamenti, l’Ungheria zero sui 1.294 previsti, la Polonia zero dei 6.182 spettanti e la Cechia 12 su 2.691, tutti provenienti dalla Grecia.